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La Verità vi farà liberi (vangelo di Giovanni 8,32)

   In un modo offuscato dal peccato, l’occhio dell’uomo che cerca la Bellezza, la Purezza, il Sacro che eleva lo sguardo dalla melma del peccato per respirare l’olezzo profumato della Bellezza e dell’Amore di Dio, non può non guardare con occhi e cuore stupito a Colei che è Immacolata fin dal primissimo istante del suo concepimento: Maria. Amata da Dio, come amato da Dio è ogni uomo che alza lo sguardo verso il cielo, verso l’azzurro terso, verso Colei che introduce nel mondo il Figlio di Dio unigenito, Colui che è “il più bello tra i figli dell’uomo”. la Verginità di Maria, ante, durante, e post parto “San Giovanni Paolo II confermava quanto la Chiesa sia in Oriente che in Occidente custodiva e trasmetteva sulla verginità della Madonna ante partum, in partu e post partum, insegnamento che trova un punto fermo nell’anatema del Concilio Lateranense del 649: «Se qualcuno non confessa secondo i santi Padri che la santa e sempre vergine e immacolata Maria sia in senso proprio e secondo verità Madre di Dio, in quanto propriamente e veramente alla fine dei secoli ha concepito dallo Spirito Santo senza seme e partorito senza corruzione, permanendo anche dopo il parto la sua indissolubile verginità, lo stesso Dio Verbo, nato dal Padre prima di tutti i secoli, sia scomunicato» (Denz. 503).  

 

 

la Verginità di Maria, ante, durante, e post parto

  


 

    “San Giovanni Paolo II confermava quanto la Chiesa sia in Oriente che in Occidente custodiva e trasmetteva sulla verginità della Madonna ante partum, in partu e post partum, insegnamento che trova un punto fermo nell’anatema del Concilio Lateranense del 649: «Se qualcuno non confessa secondo i santi Padri che la santa e sempre vergine e immacolata Maria sia in senso proprio e secondo verità Madre di Dio, in quanto propriamente e veramente alla fine dei secoli ha concepito dallo Spirito Santo senza seme e partorito senza corruzione, permanendo anche dopo il parto la sua indissolubile verginità, lo stesso Dio Verbo, nato dal Padre prima di tutti i secoli, sia scomunicato» (Denz. 503).


Donato Calabrese

 

   Ho letto cose impensabili. Giorni fa, L’AVVENIRE, giornale di proprietà della CEI, Conferenza episcopale italiana, ha implicitamente attaccato la sacralità della Famiglia di Nazareth, e soprattutto la Verginità di Maria, ante, durante, e post parto, del Figlio Gesù. Lo ha fatto dando la parola a una “teologa”, Simona Segoloni Ruta (le donne teologhe sono un’invenzione della Chiesa contemporanea), la quale ha sviscerato tutto il suo retroterra femminino attaccando, in un’intervista all’AVVENIRE (di domenica 29 dicembre 2024), la perpetua verginità di Maria.  

   Dico solo una cosa: inviato da Dio stesso, l’angelo Gabriele saluta Maria con un’espressione che già preannuncia il grande mistero d’amore che sta per realizzarsi: “Kàire kekaritomène” (Χαῖρε, κεχαριτωμένη), come per dire “Rallegrati, favorita dall’amore di Dio, o ricolma di grazie”.

   Mi meraviglia profondamente il fatto che la Conferenza dei Vescovi Italiani taccia su un articolo pubblicato sull’EX quotidiano cattolico L’AVVENIRE, che, peraltro, è foraggiato dalla stessa Conferenza.

   Mi meraviglia soprattutto il “Rumoroso” silenzio, scusate per l’ossimoro, di uno che sta ancora più in alto dei Vescovi. 

   Si, avete capito bene: Papa Francesco. Il suo silenzio è una tacita conferma dello stato di confusione, voluta o no, che si respira tra le mura Leonine (del Vaticano, per chi non conosce Roma). Una confusione, ripeto, voluta da molti, per creare ancora più confusione nelle menti, di per sé già deboli, dei fedeli (Oggi, più che mai, c’è un’ignoranza assoluta della più semplice catechesi cristiana, a conferma che Cristo è il Grande sconosciuto: “IGNORARE LE SCRITTURE È IGNORARE CRISTO”).

   Spetta, allora, a noi fedeli, seppur dotati di un minimo di preparazione (e senza alcun titolo teologico), prendere le difese di ciò che ci è più caro: Maria Santissima, la Madre di Gesù. E allora riprendo innanzitutto ciò che la NUOVA BUSSOLA QUOTIDIANA ha scritto in risposta alle fantasie teologiche elucubrate grossolanamente dalla pseudo teologa Simona Segoloni Ruta (Non è il titolo di studio che rende teologo, ma ben altro).

   Giustamente LA NUOVA BUSSOLA QUOTIDIANA, per mezzo della giornalista Luisella Scrosati, commentando le asserzioni della Ruta, ha ricordato che l’Enciclica Redemptoris Mater, nella quale “San Giovanni Paolo II confermava quanto la Chiesa sia in Oriente che in Occidente custodiva e trasmetteva sulla verginità della Madonna ante partum, in partu e post partum, insegnamento che trova un punto fermo nell’anatema del Concilio Lateranense del 649: «Se qualcuno non confessa secondo i santi Padri che la santa e sempre vergine e immacolata Maria sia in senso proprio e secondo verità Madre di Dio, in quanto propriamente e veramente alla fine dei secoli ha concepito dallo Spirito Santo senza seme e partorito senza corruzione, permanendo anche dopo il parto la sua indissolubile verginità, lo stesso Dio Verbo, nato dal Padre prima di tutti i secoli, sia scomunicato» (Denz. 503).

   “Lo stesso Pontefice (Giovanni Paolo II) - riporto sempre dalla Nuova Bussola Quotidiana - nell’Udienza generale del 7 agosto 1996, riprendeva anche il commento di alcuni Padri alla risposta di Maria santissima all’Angelo – «Non conosco uomo» (Lc 1, 34) -, confermando come essa esprimesse «il proposito di verginità», «la personale decisione di rimanere vergine, offrendo il suo cuore al Signore» e sottolineando nel contempo che questo “voto” costituisce «l’archetipo di tutti coloro che nella Chiesa hanno scelto di servire il Signore con cuore indiviso nella verginità», «l’inizio e l’evento ispiratore della verginità cristiana nella Chiesa».

   All’articolo della Scrosati, voglio aggiungere qualcosa di mio, attinto alla Sorgente Viva dei Vangeli, e, in modo particolare all’episodio dell’Annunciazione di Maria, riportato dall’evangelista Luca.

    AMORE E STUPORE PER QUANTO DIO HA FATTO PER NOI, IN MARIA DI NAZARETH

   “A Nazareth, nella più ordinaria, modesta e nascosta realtà di Israele, accade, nel silenzio della fede e nel fuoco dell’amore, l’Evento inaudito, al di sopra di ogni possibile aspettativa e desiderio umano: Dio si unisce all’uomo, nella unità di persona, in Gesù. E ciò avviene dentro la persona di Maria” (Franco Castellana, Una Tenda per Dio, Lasciarsi abitare dal divino, Paoline Editoriale Libri, 1 ristampa, marzo 2005, 24).

   È a Lei che l’angelo Gabriele è inviato da Dio stesso, salutandola con un’espressione che già preannuncia il grande mistero d’amore che sta per realizzarsi: “Kàire kekaritomène” (Χαῖρε, κεχαριτωμένη), come per dire “Rallegrati, favorita dall’amore di Dio, o ricolma di grazie”.

   Vedendola stupita, l’angelo le dice: “Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. Ecco concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. Sarà grande e chiamato Figlio dell’Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine”(Lc 1,30-33).

   In questa frase angelica è racchiusa mirabilmente la somma della redenzione umana. Infatti, così come sono ordinate, queste parole dicono che il Signore Gesù, il cui nome significa appunto “Dio salva”, è vero Figlio di Dio Padre e vero figlio di madre umana.

   A Maria che, stupita di questa sua singolare maternità esclama: “Come è possibile? Non conosco uomo”(Lc 1,34), l’angelo risponde con una frase che aiuta a comprendere il mistero arcano della nascita del Figlio di Dio nel seno verginale di Maria: “Lo Spirito Santo scenderà su di te, su te stenderà la sua ombra la potenza dell’Altissimo. Colui che nascerà sarà dunque santo e chiamato Figlio di Dio”(Lc 1,35).

   Lo Spirito che «scende» su Maria è un chiaro riferimento al primo libro della Bibbia, e precisamente allo Spirito di Dio che aleggia sulle acque prima della creazione (Cfr. Gn 1,1). Ciò che avverrà in Maria di Nazareth sarà una nuova creazione opera dallo Spirito di Dio, e si compierà in Gesù Cristo. L’immagine evocata dal testo successivo, quella dell’Altissimo che “stende la sua ombra” su Maria, evoca due scene bibliche: la nube che copre la tenda del convegno mentre la Gloria del Signore riempie la Dimora, cioè il luogo dove si trova l’Arca dell’Allenza (Es 40,34), e la nube che copre il tempio, il cui testo appartiene al primo libro dei Re (1Re 8,10). “Con queste immagini Luca allude al concepimento divino di Maria, con il quale Dio realizza una nuova e inedita presenza nella storia degli uomini” (Franco Manenti, In attesa della sua venuta, Lectio divina sui Vangeli feriali dell’Avvento Novena e Tempo di Natale, Paoline Editoriale Libri, 2002,101).

   È chiaro che Luca fa ricorso alle antiche immagini bibliche per condurre per mano il credente, nella comprensione del sublime mistero che accompagna e protegge questa umile, debole, e meravigliosa giovane donna di Nazareth. Forse, lo stesso evangelista, attinge il materiale che include nei primi due capitoli del suo Vangelo, da altre fonti, o persone. “Vi sono, infatti, delle buone ragioni per pensare che i racconti di Luca provengano dai circoli battisti e dalla Vergine Maria, tramite san Giovanni”, come afferma André Feuillet. E Maria “sembra la fonte ovvia di ciò che riporta Luca nel suo Vangelo. Lo stesso evangelista si riferisce proprio alla memoria di Maria quando scrive: “Maria, da parte sua, serbava tutte queste cose meditandole nel suo cuore”( Lc 2,19. Cfr. Lc 2,51).

   Per comprovare la verità del suo eccezionale annuncio, l’angelo dice a Maria: “Vedi: anche Elisabetta, tua parente, nella sua vecchiaia, ha concepito un figlio e questo è il sesto mese per lei, che tutti dicevano sterile: nulla è impossibile a Dio”. Quindi, pur non essendo minimamente toccata dall’uomo, Maria potrà generare colui che è chiamato “Figlio di Dio”.

   A questo punto, la risposta della giovane donna di Galilea non lascia spazio all’incertezza: “Eccomi, sono la serva del Signore, avvenga di me quello che hai detto”(Lc 1,38).

   In questo momento echeggia, nel Suo seno Verginale, la Parola che si fa carne: il Figlio di Dio che si fa uomo: “Ecco, io vengo poiché di me sta scritto nel rotolo del libro per fare, o Dio, la tua volontà”(Ebrei 10,7).

   Al fiat della Mamma corrisponde il fiat del Figlio. Ed è proprio in virtù di questa Incarnazione che Maria, dal primo istante del suo concepimento nel Seno di Sua Madre Anna, è stata preservata dal peccato originale. Dio scegliendo Maria per essere la Madre di Gesù, l’ha preservata da ogni peccato. L’Immacolatezza della Sua Concezione nel seno della Mamma Sant’Anna, proviene direttamente dalla Redenzione di Cristo. Maria è stata, quindi, la prima redenta, salvata, da Gesù, e quindi senza macchia di peccato. Giustamente, quindi, possono essere applicate a lei le espressioni di “Giardino chiuso”(Ct 4,12), e “fontana sigillata”(idem), presenti nel Cantico dei Cantici. Esse non sono che delle pallide immagini che esprimono la Sublime realtà di Maria Santissima. 

   In un modo offuscato dal peccato, l’occhio dell’uomo che cerca la Bellezza, la Purezza, il Sacro che eleva lo sguardo dalla melma del peccato per respirare l’olezzo profumato della Bellezza e dell’Amore di Dio, non può non guardare con occhi e cuore stupito a Colei che è Immacolata fin dal primissimo istante del suo concepimento: Maria. Amata da Dio, come amato da Dio è ogni uomo che alza lo sguardo verso il cielo, verso l’azzurro terso, verso Colei che introduce nel mondo il Figlio di Dio unigenito, Colui che è “il più bello tra i figli dell’uomo”.    Come cristiani, come salvati da Cristo, e come figli della redenzione, miriamo Maria, lodiamo Maria, amiamo Maria, Sì, perché è Lei la Benedetta fra tutte le donne, così come è benedetto il frutto del suo seno, Gesù. Amen.