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Lettera di San Clemente di Roma (Papa dal 88 al 97)

   Molto apprezzata, sin dall'antichità, la lunga lettera di papa Clemente di Roma, terzo successore di san Pietro. Dal tenore della lettera si evince quanta autorità avesse Clemente nell'antichità cristiana. Da Origene, da Eusebio e da Girolamo, Egli è identificato con il "collaboratore" di S.Paolo, nominato nell'epistola ai Filippesi: (Fil 4,3). L'epistola, di cui è sicura l'autenticità, è stata scritta in nome della Chiesa Romana alla comunità cristiana di Corinto. L'autore scrive verso la fine della persecuzione dei cristiani da parte di Domiziano o poco dopo.

   Nella lettera, Papa Clemente ha inserito proprie disposizioni dottrinali e si presenta con la consapevolezza di coprire nella Chiesa un posizione autoritaria. Nella chiusa della lettera (c. 59-61) è presente una bellissima preghiera con lodi a Dio e una serie di invocazioni, che secondo ogni probabilità è un brano dell'antica liturgia romana. Oltre che nella lingua originale greca, la lettera di Clemente è conservata anche in un'antica traduzione latina, in una siriaca e in una copta. 

   La cosiddetta seconda lettera di Clemente ai Corinti non è autentica. Si tratta, infatti, di un'omelia scritta a Corinto negli anni 140-150(Cfr. K. Bihlmeyer - H. Tuechle, Storia della Chiesa, 1-L'antichità cristiana, Ed. Morcelliana, 1973, 208-209). 

    Dalla lettera di Clemente romano ai cristiani di Corinto (XVI,1-17; XXXVI,1-6; XXXVII,1-5; LIX,1-4; LX,1-4; LXI,1-3). 

   Umiltà di Cristo XVI, 

   1. Cristo è degli umili, non di chi si eleva sul suo gregge. 2. Lo scettro della maestà di Dio, il Signore Gesù Cristo, non venne nel fragore della spavalderia e dell'orgoglio - e l'avrebbe potuto - ma nell'umiltà di cuore, come lo Spirito Santo ebbe a dire di lui: 3. "Signore, chi credette alla nostra voce? e il braccio del Signore a chi fu rivelato? Noi l'annunciammo alla sua presenza: egli è come un fanciullo, come una radice nella terra assetata; non ha apparenza nè gloria. Noi lo vedemmo, non aveva una bella apparenza, ma l'aspetto suo era spregevole, lontano dall'aspetto degli uomini. Come l'uomo che è nel dolore e nel travaglio e che sa sopportare l'afflizione perché nasconde il suo volto, non fu onorato e tenuto in considerazione. 4. Egli porta i nostri peccati e soffre per noi, e noi l'abbiamo considerato punito, castigato da Dio e umiliato. 5. Egli fu ferito per i nostri peccati e tribolato per le nostre malvagità. I1 castigo che ci dà salvezza è su di lui; fummo risanati per le sue lividure.6. Tutti come pecore eravamo sbandati; l'uomo si era sviato dal suo cammino. 7. E il Signore diede lui per i nostri peccati, e lui per essere stato maltrattato, non apre bocca. Come pecora fu condotto al macello e come l'agnello muto davanti a chi lo tosa, così egli non apre la sua bocca. Nell'umiliazione fu tolta la sua condanna. 8. Chi spiegherà la sua generazione? La sua vita è presa dalla terra. 9. Per le malvagità del mio popolo è giunto alla morte. 10. E darò i malvagi in cambio della sua sepoltura e i ricchi in cambio della sua morte. 11. Se fate sacrifici per il peccato, la vostra anima vedrà una lunga posterità. 12. E il Signore vuole liberarlo dall'afflizione della sua anima, mostrargli la luce e plasmarlo con l'intelligenza e giustificare il giusto che si fa servo di molti; ed egli porterà i loro peccati. 13. Per questo egli erediterà molti e dividerà le spoglie dei forti come ricompensa, poiché fu consegnata alla morte la sua anima, e fu considerato tra i malvagi. 14. Egli portò i peccati di molti e fu tradito per i loro peccati". 15. E di nuovo egli dice: "Io sono un verme e non un uomo, obbrobrio degli uomini e disprezzo del popolo. 16. Tutti quelli che mi vedono mi scherniscono, parlano tra le labbra e scuotono il capo: ha sperato nel Signore, Lui lo liberi, lo salvi se lo vuole". 17. Vedete, carissimi, quale modello ci è dato! Se il Signore si è umiliato a tal punto, che cosa faremo noi che, per mezzo suo, siamo venuti sotto il giogo della sua grazia? 

   Gesù Cristo, la salvezza XXXVI, 1. Questa la strada, o beneamati, nella quale troviamo salvezza: Gesù Cristo il sommo sacerdote delle nostre offerte, il protettore e l'aiuto della nostra debolezza. 2. Per mezzo suo fissiamo lo sguardo sulle altezze dei cieli, per mezzo suo osserviamo come in uno specchio la sua faccia immacolata e sublime, per mezzo suo si sono aperti gli occhi del cuore, per mezzo suo la nostra mente ottusa e ottenebrata rifiorisce alla luce, per mezzo suo il Signore ha voluto farci gustare la scienza immortale. "Egli, splendore della maestà divina, di tanto è superiore agli angeli di quanto il nome che ebbe in eredita è più eccellente". 3. E' scritto così: "Egli ha fatto dei venti i suoi messaggeri e delle vampe di fuoco i suoi ministri". 4. Di suo figlio così disse il Signore: "Tu sei mio figlio, oggi ti ho generato. Chiedi a me e ti darò le genti in tua eredità e tuoi saranno i confini della terra". 5. E di nuovo gli dice: "Siedi alla mia destra finchè io ponga i nemici a sgabello dei tuoi piedi". 6. Chi sono i nemici? I malvagi e quelli che si oppongono alla sua volontà. 

   Cristo, la nostra guida XXXVII, 1. Militiamo, fratelli, con ogni nostra prontezza sotto i suoi ordini irreprensibili. 2. Consideriamo i soldati sotto gli ufficiali, con quale ordine, disciplina e sottomissione eseguono i comandi. 3. Non tutti sono proconsoli, nè capi di mille, cento, nè di cinquanta e così di seguito, ma ciascuno nel proprio ordine esegue i comandi dei re o dei governanti. 4. I grandi non possono stare senza i piccoli e i piccoli senza i grandi; in tutte le cose c'è qualche collegamento e in questo la utilità. 5. Prendiamo il nostro corpo. La testa non può stare senza i piedi, nè i piedi senza la testa. Le più piccole parti del nostro corpo sono necessarie ed utili a tutto il corpo; ma tutte convivono ed hanno una sola subordinazione per salvare tutto il corpo. 

    La grande preghiera LIX, 1. Quelli che disubbidiscono alle parole di Dio, ripetute per mezzo nostro, sappiano che incorrono in una colpa e in un pericolo non lievi. 2. Noi saremo innocenti di questo peccato e chiederemo, con preghiera assidua e supplica, che il creatore dell'universo conservi intatto il numero dei suoi eletti che si conta in tutto il mondo per mezzo dell'amatissimo suo figlio Gesù Cristo Signore nostro, col quale ci chiamò dalle tenebre alla luce, dall'ignoranza alla conoscenza del suo nome glorioso, 3. a sperare nel tuo nome, principio di ogni creatura: Tu apristi gli occhi del nostro cuore perché conoscessimo te, il solo altissimo nell'altissimo dei cieli, il santo che riposi tra i santi, che umilii la violenza dei superbi, che sciogli i disegni dei popoli, che esalti gli umili e abbassi i superbi. Tu che arricchisci e impoverisci, che uccidi e dai la vita, il solo benefattore degli spiriti e Dio di ogni carne, che scruti gli abissi, che osservi le opere umane, che soccorri quelli che sono in pericolo e salvi i disperati, creatore e custode di ogni spirito che moltiplichi i popoli sulla terra, e che fra tutti scegliesti quelli che ti amano per mezzo di Gesù Cristo, l'amatissimo tuo figlio mediante il quale ci hai educato, ci hai santificato e ci hai onorato. 4. Ti preghiamo, Signore, sii il nostro soccorso e sostegno. Salva i nostri che sono in tribolazione, rialza i caduti, mostrati ai bisognosi, guarisci gli infermi, riconduci quelli che dal tuo popolo si sono allontanati, sazia gli affamati, libera i nostri prigionieri, solleva i deboli, consola i vili. Conoscano tutte le genti che tu sei l'unico Dio e che Gesù Cristo è tuo figlio e "noi tuo popolo e pecore del tuo pascolo". 

    LX, 1. Con le tue opere hai reso visibile l'eterna costituzione del mondo. Tu, Signore, creasti la terra. Tu, fedele in tutte le generazioni, giusto nei tuoi giudizi, mirabile nella forza e nella magnificenza, saggio nel creare, intelligente nello stabilire le cose create, buono nelle cose visibili, benevolo verso quelli che confidano in te, misericordioso e compassionevole, perdona le nostre iniquità e ingiustizie, le cadute e le negligenze. Non contare ogni peccato dei tuoi servi e delle tue serve ma purificaci nella purificazione della tua verità e dirigi i nostri passi per camminare nella santità del cuore e fare ciò che è buono e gradito al cospetto tuo e dei nostri capi. 3. Sì, o Signore, fa' splendere il tuo volto su di noi per il bene, nella pace, per proteggerci con la tua mano potente e scamparci da ogni peccato col tuo braccio altissimo, e salvarci da coloro che ci odiano ingiustamente. 4. Dona concordia e pace a noi e a tutti gli abitanti della terra, come la desti ai padri nostri quando ti invocavano santamente nella fede e nella verità; rendici sottomessi al tuo nome onnipotente e pieno di virtù e a quelli che ci comandano e ci guidano sulla terra. 

    LXI, 1. Tu, Signore, desti loro il potere della regalità per la tua magnifica e ineffabile forza, perché noi, conoscendo la gloria e l'onore loro dati, ubbidissimo ad essi senza opporci alla tua volontà. Dona ad essi, Signore, sanità, pace, concordia e costanza, per esercitare al sicuro la sovranità data da te. 2. Tu, Signore, re celeste dei secoli, concedi ai figli degli uomini gloria, onore e potere sulle cose della terra. Signore, porta a buon fine il loro volere, secondo ciò che è buono e gradito alla tua presenza, per esercitare con pietà, nella pace e nella dolcezza, il potere che tu hai loro dato e ti trovino misericordioso. 3. Te, il solo capace di compiere questi beni ed altri più grandi per noi, ringraziamo per mezzo del gran Sacerdote e protettore delle anime nostre Gesù Cristo, per il quale ora a te sia la gloria e la magnificenza e di generazione in generazione e nei secoli dei secoli. Amen.