Gesu di nazareth

Via, Verità, e Vita

Chi è Gesù per te?

Gesù per me è


 Vai alla pagina 


Altri siti web

Padre Pio

da

Pietrelcina


Una delle più grandi anime mistiche della Cristianità


 Padre Pio 


Questo sito web è curato da Donato Calabrese, storico di Padre Pio da Pietrelcina 




Telebene

la Televisione

Spirituale


 TELEBENE 



















































Torna alla


HOME PAGE

































Home

Noi sappiamo che “il Figlio di Dio è venuto e ci ha dato l'intelligenza per conoscere il vero Dio. E noi siamo nel vero Dio e nel Figlio suo Gesù Cristo: egli è il vero Dio e la vita eterna” (1Gv. 5,19-20) 

Telebene 

La Televisione Spirituale 

 TELEBENE, la Televisione spirituale cristiana 


Il Vangelo della Domenica

VANGELO DI DOMENICA 1 OTTOBRE 2023

XXVI DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO

(Mt 21,28-32)


   In quel tempo Gesù disse: “Che ve ne pare? Un uomo aveva due figli; rivoltosi al primo disse: «Figlio, và oggi a lavorare nella vigna». Ed egli rispose: «Sì, signore; ma non andò». 

   Rivoltosi al secondo, gli disse lo stesso. Ed egli rispose: «Non ne ho voglia»; ma poi, pentitosi, ci andò. Chi dei due ha compiuto la volontà del padre?. Dicono: «L'ultimo». E Gesù disse loro: «In verità vi dico: I pubblicani e le prostitute vi passano avanti nel regno di Dio. È venuto a voi Giovanni nella via della giustizia e non gli avete creduto; i pubblicani e le prostitute invece gli hanno creduto. Voi, al contrario, pur avendo visto queste cose, non vi siete nemmeno pentiti per credergli»”.  

 


Vangelo della Domenica




Chiesa Cattolica

Una volta gli chiesero a Padre Pio qual'era il problema connesso con l'applaudire nella celebrazione della Santa Messa. Padre Pio rispose: "Sul Calvario c'erano quelli che applaudivano la morte di Cristo: i soldati e i demoni". 



GLI APPLAUSI IN CHIESA: COSA AVREBBE DETTO, OGGI, PADRE PIO DA PIETRELCINA?


   Così il fido confratello e paesano, fra Modestino da Pietrelcina, descrive la Messa celebrata da Padre Pio: “La Messa di Padre Pio! Nessuna penna riuscirà mai a descriverla. Solo chi ha avuto il privilegio di viverla, può capire...”.  Perfino un'attrice famosa di Holliwood, Louretta Young, ai giornalisti che le chiedevano, di ritorno dal suo viaggio in Europa, cosa l'avesse impressionata, risposte: “La Messa celebrata da Padre Pio a San Giovanni Rotondo”.


Donato Calabrese

   Un giorno Cleonice Morcaldi domanda a Padre Pio: “Padre, che cos’è la vostra messa?”. Lui rispose: “Un completamento sacro della passione di Gesù”. E Cleonice: “Che cosa debbo leggere nella vostra Santa Messa?”. “Tutto il Calvario”, risponde Padre Pio.

  Dovrebbe bastare questo per estirpare dalla Chiesa italiana, prima, e da quella mondiale, dopo, la malapianta di una moda che sta contribuendo allo svuotamento della spiritualità e della dimensione mistica di quella che è la celebrazione centrale della liturgia della Chiesa. 

   Ma non basta. Eppure Gesù sapeva bene, nell'ultima Cena (il cui rito comprendeva l'istituzione dell'Eucaristia) che da lì a poco sarebbe morto crocifisso, e poi, sarebbe risorto. 

   Stamattina (Domenica 3 settembre 2023), ero a Messa a Piana Romana di Pietrelcina: il luogo più Santo della nostra Terra Sannita, ed uno dei più Santi d’Italia, perché qui Gesù e Maria Santissima si sono manifestati a Padre Pio, donandogli quelle stigmate che scomprariranno visibilmente (dietro richiesta di Padre Pio al Signore), ma resteranno sempre impresse nella sua carne, fino alla morte. Quelle stigmate che designano la totale partecipazione del Frate di Pietrelcina alla Passione di Cristo Gesù. 

   Eppure, stamattina la Messa è stata pregna di rumore, chiasso, coreografie, applausi, battiti di mani. Nulla di spirituale, nulla di mistico, nulla di silenzio, nulla di raccoglimento, nulla di nulla. È stata, potrei dire, una “non Messa”, a parte l’Eucaristia: il Signore non fa mai mancare la sua presenza! Malgrado tutto.

   Stamattina la Santa Messa è stata celebrata all’estremo opposto della Santa Messa come la celebrava Padre Pio (ho avuto il privilegio di parteciparvi due o tre volte). Una gazzarra: e non esagero! Dio mio come siamo caduti in basso con la liturgia! 

  

 Leggi tutto 




Pagine di spiritualità

Bonaventura da Bagnoregio


    “Trafiggi, o dolcissimo Signore Gesù, la parte più intima dell'anima mia con la soavissima e salutare ferita dell'amor tuo, con vera, pura, santissima, apostolica carità, affinché continuamente languisca e si strugga l'anima mia per l'amore e il desiderio di te solo. Te brami, e venga meno presso i tuoi tabernacoli, e sospiri di essere sciolta (dai lacci dei corpo) e di essere con te. Fa' che l'anima mia abbia fame di te, pane degli Angeli, ristoro delle anime sante, pane nostro quotidiano, pane soprannaturale che hai ogni dolcezza ed ogni sapore e procuri la gioia più soave”.


 Leggi tutto 




Gesù nell'archeologia

Betania al di là del Giordano

Riportiamo dal Sito TERRASANTA.NET questo interessantissimo articolo relativo alla disputa sul luogo del Battesimo di Gesù: “Quale è il vero sito del Battesimo di Gesù? Quello a ovest (al-Maghtes), oppure quello est del Giordano (Wadi Kharrar)?”

Pietro Kaswalder ofm

   Molti pellegrini si domandano quale valore abbia il sito del Battesimo benedetto da Papa Ratzinger nel suo recente pellegrinaggio in Terra Santa. Il sito era stato preparato in vista del Grande pellegrinaggio del 2000 fatto da papa Giovanni Paolo II. Ora lo scavo dei resti antichi e la ricostruzione delle chiese moderne sono quasi ultimati. Si tratta del luogo del battesimo nel Wadi Kharrar, a circa 7 chilometri dal Mar Morto, che si raggiunge dalla strada di Livias (Tell er-Rame) e Shunah (sud) nelle Steppe di Moab, in Giordania.  

   La Custodia di Terra Santa non ha luoghi santi nel Wadi Kharrar, ma propone invece il sito chiamato al-Maghtes, sulla sponda ovest del Giordano, esattamente di fronte al luogo santo del Wadi Kharrar. Ogni ultimo giovedi del mese di ottobre si celebra la pellegrinazione liturgica per commemorare il battesimo di Gesù. Ci si domanda perciò: quale è il vero sito del Battesimo di Gesù? Quello a ovest (al-Maghtes), oppure quello est del Giordano (Wadi Kharrar)? Premesso che per alcuni secoli il Wadi Kharrar non fu agibile, perché le antichità erano andate perdute. E premesso pure che per molto tempo il pellegrinaggio al Giordano si faceva partendo da Gerico, ne deriva che l'identificazione del sito del battesimo di Gesù si era fissata sulla sponda occidentale del Giordano. Aggiungiamo ancora che il monastero del Prodromo (Qasr al-Yahud) in vita fino al 1550, e restaurato dal patriarcato greco ortodosso di Gerusalemme nel 1882, era rimasto l'unica struttura antica nei pressi del Giordano. Le rovine del Prodromo, distrutto dal terremoto del 1927, hanno dimensioni enormi. Per tanto tempo, a partire dal XVI secolo, il Prodromo, cioè San Giovanni Battista, era indicato come il vero Luogo del battesimo di Gesù.

 Leggi tutto 


La Verità vi farà liberi

Giovanni “vide e credette”. Quella tomba vuota... che ci invita a credere e sperare  


    COSA AVVENNE, QUELLA NOTTE, NELLA TOMBA DI GESÙ?  


   Giovanni descrive la prima traccia storica della risurrezione. In realtà il verbo keîmai , da cui viene il participio keímena, non significa genericamente “essere lì” né tantomeno “stare per terra”, o “posati là”, ma indica una posizione precisa, che significa giacere, essere disteso, in una posizione orizzontale. Ciò vuol dire che Pietro, ma soprattutto Giovanni che era stato presente alla scena della sepoltura del Maestro, videro, non le fasce a terra, ma le fasce distese, afflosciate, senza essere state sciolte o manomesse. Erano rimaste immobili al loro posto. Probabilmente in una nicchia scavata nella parete, tipica dell’architettura funeraria di tipo signorile, in cui era stato posto il corpo di Gesù. Semplicemente, ora quel corpo non c’era più, e le tele si erano afflosciate su se stesse.  


   Donato Calabrese

Vai alla pagina

            

   Cosa avvenne nella notte di Pasqua di duemila anni fa? Perché Giovanni, il discepolo amato dal Signore, “vide e credette” di fronte alla tomba vuota di Gesù? Cosa ha visto Giovanni di così clamoroso che sfugge ai nostri occhi di credenti?

  seguiteci attentamente, e vi riveleremo ciò che realmente Giovanni vide nella tomba che ospitava il corpo di Gesù. 

   Partiamo dalla lettura del testo evangelico di Giovanni: Giovanni, “Chinatosi, vide le bende per terra, ma non entrò. Giunse intanto anche Simon Pietro che lo seguiva ed entrò nel sepolcro e vide le bende per terra, e il sudario, che gli era stato posto sul capo, non per terra con le bende, ma piegato in un luogo a parte. Allora entrò anche l`altro discepolo, che era giunto per primo al sepolcro, e vide e credette”(Giovanni 20,5-8) 

   Che cosa ha visto Giovanni, per arrivare a credere? Il sepolcro vuoto; Le bende per terra ed il sudario piegato accuratamente in disparte. Basta questo, a Giovanni, per suscitare la fede nel Crocifisso? O c’è dell'altro? E perché, contrariamente a Pietro che ha visto il sepolcro vuoto, le stesse bende per terra ed il sudario piegato, Giovanni “vede e crede”? 

   Forse la risposta sta nei versetti successivi, allorché il vangelo conclude: “Non avevano infatti ancora compreso la Scrittura, che egli cioè doveva risuscitare dai morti”(v.9). 

   O Forse, contrariamente a Pietro, Giovanni “vide e credette” perché illuminato, nella sua fede verso il Risorto, dalla Parola di Dio racchiusa nelle Antiche Scritture? Un concetto che troviamo presente anche nella scena di Emmaus e che appartiene alla tradizione di Luca. 

   Eppure, a parte questo rilievo, le descrizioni dei vangeli non collegano la fede pasquale con il sepolcro vuoto. Anzi, quasi sempre non è la Scrittura e neppure l’esperienza del sepolcro vuoto a provocare la fede, ma l’incontro con Gesù stesso. Basta leggere i vangeli per rendersene conto. E allora, vista nella prospettiva globale delle tradizioni evangeliche, che danno priorità alla manifestazione personale del Risorto, dalla quale scaturisce la fede dei discepoli, sembra impossibile pensare che con quel “vide e credette” il vangelo voglia dimostrare il salto di fede da parte di Giovanni. Possibile che egli intraveda nel buio della tomba, nelle “bende per terra”(v.7) e nel “sudario, che gli era stato posto sul capo, non per terra con le bende, ma piegato in un luogo a parte”(v.7) l’alba radiosa della risurrezione di quel Maestro che aveva visto morire sulla croce, e che Pietro, assente sotto la croce, non riconosce neanche ora come Risorto? Insomma, è la Bibbia, insieme con il sepolcro vuoto, ad illuminare, in quella tomba buia e vuota, “l’apostolo che Gesù amava”, inducendolo a credere nella risurrezione di Gesù, o c’è dell’altro?   A questa domanda ha dato una risposta un sacerdote di Tivoli, don Antonio Persili, il quale fin dagli anni di seminario si è portato appresso, come un’ossessione, quell’espressione di Giovanni: «vide e credette». Per niente soddisfatto delle interpretazioni tradizionali (tomba vuota e panni giacenti sulla pietra sepolcrale = risurrezione), don Persili cominciò a studiare gli usi e costumi funerari ebraici, interessandosi soprattutto del testo greco dei Vangeli. I risultati dei suoi studi, di straordinaria valenza, sono pubblicati nel volume Sulle tracce del Cristo Risorto (Edizioni Centro Poligrafico Romano).

   Persili si rese conto che le versioni di uso corrente del vangelo di Giovanni non facevano capire perché Giovanni aveva iniziato a credere nella resurrezione di Gesù proprio da quel momento. “Ad esempio, nel Nuovo Testamento pubblicato dalla Cei è scritto che i due discepoli, scrutando all’interno del sepolcro, videro "i teli ancora là, e il sudario, che era stato posto sul suo capo, non là con i teli, ma in disparte, ripiegato in un luogo”. Persili scoprì che le traduzioni ufficiali del brano evangelico in questione erano infelici. Finivano per occultare dei particolari che invece erano indispensabili per cogliere cosa era accaduto quel giorno a Giovanni.  

     

 LEGGI TUTTO 




 “Come parlare di Cristo? Dobbiamo cercare di presentare da innamorati la figura di Cristo, per sperare che ci stiano a sentire”.                              

   (Pino Puglisi). 


  Semi di Consolazione