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Questo sito web è curato da Donato Calabrese, storico di Padre Pio da Pietrelcina 




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Noi sappiamo che “il Figlio di Dio è venuto e ci ha dato l'intelligenza per conoscere il vero Dio. E noi siamo nel vero Dio e nel Figlio suo Gesù Cristo: egli è il vero Dio e la vita eterna” (1Gv. 5,19-20) 

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Il Vangelo della Domenica

VANGELO DI DOMENICA 24 MARZO 2024

DOMENICA DELLE PALME E DELLA PASSIONE DEL SIGNORE

(Vangelo di Marco 14,1-15,47)



   “Mentre mangiavano prese il pane e, pronunziata la benedizione, lo spezzò e lo diede loro, dicendo: «Prendete, questo è il mio corpo». Poi prese il calice e rese grazie, lo diede loro e ne bevvero tutti. E disse: «Questo è il mio sangue, il sangue dell'alleanza versato per molti. In verità vi dico che io non berrò più del frutto della vite fino al giorno in cui lo berrò nuovo nel regno di Dio». E dopo aver cantato l'inno, uscirono verso il monte degli Ulivi”.

   “Condussero dunque Gesù al luogo del Gòlgota, che significa luogo del cranio, e gli offrirono vino mescolato con mirra, ma egli non ne prese. Poi lo crocifissero e si divisero le sue vesti, tirando a sorte su di esse quello che ciascuno dovesse prendere. Erano le nove del mattino quando lo crocifissero. E l'iscrizione con il motivo della condanna diceva: Il re dei Giudei. Con lui crocifissero anche due ladroni, uno alla sua destra e uno alla sinistra. I passanti lo insultavano e, scuotendo il capo, esclamavano: «Ehi, tu che distruggi il tempio e lo riedifichi in tre giorni, salva te stesso scendendo dalla croce!». Ugualmente anche i sommi sacerdoti con gli scribi, facendosi beffe di lui, dicevano: «Ha salvato altri, non può salvare se stesso! Il Cristo, il re d'Israele, scenda ora dalla croce, perché vediamo e crediamo». E anche quelli che erano stati crocifissi con lui lo insultavano. 

   Venuto mezzogiorno, si fece buio su tutta la terra, fino alle tre del pomeriggio. Alle tre Gesù gridò con voce forte: Eloì, Eloì, lemà sabactàni?, che significa: Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato? Alcuni dei presenti, udito ciò, dicevano: «Ecco, chiama Elia!». Uno corse a inzuppare di aceto una spugna e, postala su una canna, gli dava da bere, dicendo: «Aspettate, vediamo se viene Elia a toglierlo dalla croce». Ma Gesù, dando un forte grido, spirò.

   Il velo del tempio si squarciò in due, dall'alto in basso. Allora il centurione che gli stava di fronte, vistolo spirare in quel modo, disse: «Veramente quest'uomo era Figlio di Dio!». 

   C'erano anche alcune donne, che stavano ad osservare da lontano, tra le quali Maria di Màgdala, Maria madre di Giacomo il minore e di ioses, e Salome, che lo seguivano e servivano quando era ancora in Galilea, e molte altre che erano salite con lui a Gerusalemme.

   Sopraggiunta ormai la sera, poiché era la Parascève, cioè la vigilia del sabato, Giuseppe d'Arimatèa, membro autorevole del sinedrio, che aspettava anche lui il regno di Dio, andò coraggiosamente da Pilato per chiedere il corpo di Gesù. Pilato si meravigliò che fosse gia morto e, chiamato il centurione, lo interrogò se fosse morto da tempo. Informato dal centurione, concesse la salma a Giuseppe. Egli allora, comprato un lenzuolo, lo calò giù dalla croce e, avvoltolo nel lenzuolo, lo depose in un sepolcro scavato nella roccia. Poi fece rotolare un masso contro l'entrata del sepolcro. Intanto Maria di Màgdala e Maria madre di Ioses stavano ad osservare dove veniva deposto”.  


Vangelo della Domenica




Chiesa Cattolica

Una volta gli chiesero a Padre Pio qual'era il problema connesso con l'applaudire nella celebrazione della Santa Messa. Padre Pio rispose: "Sul Calvario c'erano quelli che applaudivano la morte di Cristo: i soldati e i demoni". 



GLI APPLAUSI IN CHIESA: COSA AVREBBE DETTO, OGGI, PADRE PIO DA PIETRELCINA?


   Così il fido confratello e paesano, fra Modestino da Pietrelcina, descrive la Messa celebrata da Padre Pio: “La Messa di Padre Pio! Nessuna penna riuscirà mai a descriverla. Solo chi ha avuto il privilegio di viverla, può capire...”.  Perfino un'attrice famosa di Holliwood, Louretta Young, ai giornalisti che le chiedevano, di ritorno dal suo viaggio in Europa, cosa l'avesse impressionata, risposte: “La Messa celebrata da Padre Pio a San Giovanni Rotondo”.


Donato Calabrese

   Un giorno Cleonice Morcaldi domanda a Padre Pio: “Padre, che cos’è la vostra messa?”. Lui rispose: “Un completamento sacro della passione di Gesù”. E Cleonice: “Che cosa debbo leggere nella vostra Santa Messa?”. “Tutto il Calvario”, risponde Padre Pio.

  Dovrebbe bastare questo per estirpare dalla Chiesa italiana, prima, e da quella mondiale, dopo, la malapianta di una moda che sta contribuendo allo svuotamento della spiritualità e della dimensione mistica di quella che è la celebrazione centrale della liturgia della Chiesa. 

   Ma non basta. Eppure Gesù sapeva bene, nell'ultima Cena (il cui rito comprendeva l'istituzione dell'Eucaristia) che da lì a poco sarebbe morto crocifisso, e poi, sarebbe risorto. 

   Stamattina (Domenica 3 settembre 2023), ero a Messa a Piana Romana di Pietrelcina: il luogo più Santo della nostra Terra Sannita, ed uno dei più Santi d’Italia, perché qui Gesù e Maria Santissima si sono manifestati a Padre Pio, donandogli quelle stigmate che scomprariranno visibilmente (dietro richiesta di Padre Pio al Signore), ma resteranno sempre impresse nella sua carne, fino alla morte. Quelle stigmate che designano la totale partecipazione del Frate di Pietrelcina alla Passione di Cristo Gesù. 

   Eppure, stamattina la Messa è stata pregna di rumore, chiasso, coreografie, applausi, battiti di mani. Nulla di spirituale, nulla di mistico, nulla di silenzio, nulla di raccoglimento, nulla di nulla. È stata, potrei dire, una “non Messa”, a parte l’Eucaristia: il Signore non fa mai mancare la sua presenza! Malgrado tutto.

   Stamattina la Santa Messa è stata celebrata all’estremo opposto della Santa Messa come la celebrava Padre Pio (ho avuto il privilegio di parteciparvi due o tre volte). Una gazzarra: e non esagero! Dio mio come siamo caduti in basso con la liturgia! 

  

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Gesù nell'archeologia

Betania al di là del Giordano

Riportiamo dal Sito TERRASANTA.NET questo interessantissimo articolo relativo alla disputa sul luogo del Battesimo di Gesù: “Quale è il vero sito del Battesimo di Gesù? Quello a ovest (al-Maghtes), oppure quello est del Giordano (Wadi Kharrar)?”

Pietro Kaswalder ofm

   Molti pellegrini si domandano quale valore abbia il sito del Battesimo benedetto da Papa Ratzinger nel suo recente pellegrinaggio in Terra Santa. Il sito era stato preparato in vista del Grande pellegrinaggio del 2000 fatto da papa Giovanni Paolo II. Ora lo scavo dei resti antichi e la ricostruzione delle chiese moderne sono quasi ultimati. Si tratta del luogo del battesimo nel Wadi Kharrar, a circa 7 chilometri dal Mar Morto, che si raggiunge dalla strada di Livias (Tell er-Rame) e Shunah (sud) nelle Steppe di Moab, in Giordania.  

   La Custodia di Terra Santa non ha luoghi santi nel Wadi Kharrar, ma propone invece il sito chiamato al-Maghtes, sulla sponda ovest del Giordano, esattamente di fronte al luogo santo del Wadi Kharrar. Ogni ultimo giovedi del mese di ottobre si celebra la pellegrinazione liturgica per commemorare il battesimo di Gesù. Ci si domanda perciò: quale è il vero sito del Battesimo di Gesù? Quello a ovest (al-Maghtes), oppure quello est del Giordano (Wadi Kharrar)? Premesso che per alcuni secoli il Wadi Kharrar non fu agibile, perché le antichità erano andate perdute. E premesso pure che per molto tempo il pellegrinaggio al Giordano si faceva partendo da Gerico, ne deriva che l'identificazione del sito del battesimo di Gesù si era fissata sulla sponda occidentale del Giordano. Aggiungiamo ancora che il monastero del Prodromo (Qasr al-Yahud) in vita fino al 1550, e restaurato dal patriarcato greco ortodosso di Gerusalemme nel 1882, era rimasto l'unica struttura antica nei pressi del Giordano. Le rovine del Prodromo, distrutto dal terremoto del 1927, hanno dimensioni enormi. Per tanto tempo, a partire dal XVI secolo, il Prodromo, cioè San Giovanni Battista, era indicato come il vero Luogo del battesimo di Gesù.

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La Verità vi farà liberi

CON LA CARICATURA DEL PRESEPE, LA BONINO HA FATTO HARAKIRI

 

ATTACCANO IL PRESEPE, PER ATTACCARE LA CHIESA CATTOLICA E LO STESSO CRISTIANESIMO


      Ci volevano Santi straordinari, come Francesco d'Assisi, Alfonso Maria de' Liguori, Padre Pio da Pietrelcina, e geni creativi come Giotto, come il Maestro dei mesi del chiostro di Santa Sofia a Benevento, come la raffinata arte presepistica Napoletana di San Gregorio Armeno, e come tantissime altre figure anonime della nostra storia, per creare quella Poesia del presepe che la Bonino ha così violentemente deturpato, trasformando, ovvero guastando il presepe con le sue anomale e brutte rappresentazioni. Da una parte, scompare Giuseppe e vicino al bambino ci sono due donne. Da un'altra parte scompare Maria, e vicino al bambino ci sono due uomini. 


Donato Calabrese  


   Che la Bonino e il suo partito PIÙ EUROPA offendessero il presepe e la sensibilità cristiana del nostro popolo, scendendo a un infimo livello etico e morale, sinceramente mi ha deluso dal punto di vista dell’intelligenza politica, e non solo, da parte di una persona che fa politica da tantissimi anni. La Bonino, che conosciamo molto bene per i tantissimi aborti perpetrati, sembra avercela con i valori cristiani, visto che si è permessa di offendere quelli che sono i sentimenti fondamentali del nostro popolo, mostrando, peraltro, anche una non conoscenza (termine eufemistico) di quella che non è un insieme di tradizioni - come ha fatto scrivere sui quattro presepi, quattro, pubblicati a destra e a manca; quanto una religione bimillenaria, e ancora di più biblica, visto che estende le sue radici fino all'epoca di Abramo e dei patriarchi, quindi molto prima che la Bonino nascesse, ed è destinata a durare molto, molto di più dell'esperienza storica della pasionaria di sinistra.

   Stavolta, però, mi ha disgustato profondamente. Dico io: “Ce l'hai con il Cristianesimo e con la Chiesa Cattolica. Va bene. Ma tienitelo per te. Non si può certamente essere graditi a tutti, né amati da tutti. Lo stesso Divino Fondatore della nostra fede (per me è il Figlio di Dio, e le prove sono così lampanti che solo chi non vuol vedere, non le vede”, è stato attaccato dai leader religiosi del suo popolo, Israele, ed è stato messo a morte. Eppure, con la sua Parola e con gli eventi straordinari: “miracoli, prodigi e segni, che Dio stesso ha fatto per opera sua”, ha toccato profondamente la vita di miliardi di esseri umani fino a cambiare, in bene, il corso stesso della Storia umana.    Gesù ha influenzato la religione, la filosofia, l’arte, la cultura, la politica, il sociale, la poesia, i sentimenti dell’umanità, e specialmente coloro che, di fronte ai grandi interrogativi dell’esistenza, come il dolore, il male, e la morte, ascoltano la Sua Parola, e ripensano ai suoi Segni che donano un senso, una speranza, alla vita umana, perché mai nessuno ha mai saputo parlare come Lui, e mai nessuno ha fatto ciò che ha fatto Lui. Nessuno ha osato dire ciò che Lui ha detto, di essere «Figlio di Dio»; nessuno ha avuto una storia pari alla sua.    

 Ancora oggi il suo messaggio conserva inalterato il fascino originario. Le sue parole in particolare non hanno eguali. Si è potuto affermare che in Gesù la parola ha raggiunto il massimo della sua intensità e capacità espressiva: si pensi al discorso della Montagna o alle parabole del Regno. Forse anche per questo i discepoli l’hanno salutato come il Lògos, la parola divina divenuta carne per comunicarsi agli uomini.    

   Le parole di Gesù non hanno eguali: ecco il primo contrassegno della bellezza di un messaggio che ancora oggi, dopo duemila anni, si distingue da tutti i pensieri, le idee, gli insegnamenti che si sono succeduti in questo breve, ma indubbiamente significativo, arco temporale della storia umana. Un messaggio che ha conservato inalterato il suo fascino primordiale. Nonostante l’immane marea invasiva della comunicazione di massa che ha reso il nostro pianeta un villaggio globale, la Parola di Gesù si distingue nettamente per la bellezza intrinseca del contenuto e per la risposta che offre ai grandi interrogativi dell’uomo, sicché ognuno trova risposta, rifugio, conforto, speranza, bellezza, in questa parola che tocca intimamente i cuori. Uno gnostico come André Gide ha detto: “Non perché mi sia stato detto che tu eri figlio di Dio, ascolto la tua parola: ma la tua parola è bella al di sopra di ogni parola umana, e da ciò riconosco che sei il figlio di Dio”. “Non avessi conosciuto il Cristo – ha scritto François Mauriac - Dio sarebbe stato un vocabolo vuoto di senso. Il Dio dei filosofi non avrebbe avuto alcun posto nella mia vita morale. Era necessario che Dio si immergesse nell’umanità, che in un preciso momento della storia... un essere umano, fatto di carne e di sangue, pronunciasse certe parole, compisse certi atti, perché io mi gettassi in ginocchio...”. “Sì, se la vita e la morte di Socrate sono quelle di un saggio, la vita e la morte di Gesù sono quelle di un Dio”, così Jean Jacques Rousseau. Chiudiamo, infine, questa serie di citazioni con due felici espressioni di Ernest Renan e David Flusser. Il primo ha posto per iscritto che “La storia intera risulta essere incomprensibile senza Gesù Cristo”, mentre il secondo, storico e biblista israeliano, studioso di storia del primo Cristianesimo e del Giudaismo del Secondo Tempio all’Università ebraica di Gerusalemme, ha affermato che: “il comandamento dell’amore dei nemici resta la proprietà esclusiva di Gesù”.

   

     

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 "Doveva essere cancellato 2000 anni fa dalla faccia della terra con una terribile esecuzione capitale da schiavo e oggi dopo venti secoli quel supplizio continua a essere ricordato in ogni parte del mondo" 

                                               (Antonio Socci) 


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