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Il Luogo della Missione

   La riva occidentale del mar di Galilea“E, lasciata Nazaret, venne ad abitare a Cafarnao, presso il mare, nel territorio di Zàbulon e di Nèftali, perché si adempisse ciò che era stato detto per mezzo del profeta Isaia: Il paese di Zàbulon e il paese di Nèftali, sulla via del mare, al di là del Giordano, Galilea delle genti; il popolo immerso nelle tenebre ha visto una grande luce; su quelli che dimoravano in terra e ombra di morte una luce si è levata”(Mt 4,13-16). 

   Al tempo di Gesù Cafarnao è un villaggio di Una via di CafarnaoGalilea adagiato, con le sue case di basalto, sulla costa occidentale del lago di Tiberiade, vicino al luogo dove il Giordano si getta nel lago. 

   Un villaggio di pescatori il cui nome Kefar Nahum[1] non è ricordato nella storia biblica.    Sono i Vangeli a perpetuare il nome di Cafarnao, definendola come la città di Gesù, il punto di partenza della sua predicazione itinerante, il cuore della sua missione, anche perché il rabbi di Galilea vi è accolto prendendo dimora nella casa di Simon Pietro e di suo fratello Andrea. 

   E’ ragionevole pensare che entrambi abitassero la stessa casa, il medesimo isolato o insula, vista l’importanza del clan nella società Palestinese. 

   Di questa città considerata giustamente la culla del Cristianesimo, non restano, oggi, che alcune vestigia immerse nella campagna variamente ondulata a nord ovest del lago. 

   Quando, nel 1894, il francescano fra' Giuseppe Baldi di Napoli, superando molti ostacoli, acquista dai beduini l'area sulla quale si ipotizza la localizzazione di Cafarnao, il terreno è arido e pieno di sterpi e, di tanto in tanto, emergono dal suolo colonne tronche e frammenti di pietra lavorata. Una desolazione che lascia parecchi dubbi in riguardo sull’autenticità del sito. 

   Molti studiosi sono più propensi ad identificare l’antica Cafarnao con Khän Minyeh, che non con questa località desolata e per di più bruciata dal sole, dove non è raro, d’estate, raggiungere temperature di 45 gradi all’ombra. Lo stesso toponimo arabo, Talhum, del resto, non conserva che una vaga assonanza con il nome ebraico di Kefar Nahum. 

   Grazie agli scavi condotti in momenti diversi, nel 1905 sotto la direzione dei tedeschi Kohl e Watzinger, nel periodo che va dal 1906 al 1915 da fra Wendelin Hinterkeuser e nel 1921 da padre Gaudenzio Orfali, tornano alla luce due edifici importanti. Il primo è la sinagoga sulla quale aveva già operato, nel 1866, l’inglese C. W. Wilson. Secondo alcuni era dell’epoca di Gesù[2], mentre per altri era di poco posteriore[3]. 

   I resti della sinagoga di CafarnaoCompletamente liberata dalle rovine e parzialmente ricostruita, ora appare in tutto il suo splendore, anche se è logico pensare che essa sia stata costruita al posto della sinagoga originaria, del primo secolo(Cfr Lc 7,5), nella quale Gesù ha fatto sentire più volte la sua voce. Il secondo edificio, distante poco lontano dalla sinagoga, è quello che ci riguarda più da vicino perché è composto dalle vestigia di un’antica chiesa ottagonale, decorata con mosaici chiaramente risalenti all’epoca bizantina (V-VI sec.). Ua chiesetta comprendente una sala venerata, Casa di Pietro: la casa che accoglie Gesù a Cafarnaoadattata al culto e alla visita dei pellegrini nel IV sec., a giudicare dai resti di pitture e graffiti sugli intonaci parietali. I graffiti sono incisi in greco, aramaico e altre lingue antiche. Il nome di Pietro e le citazioni bibliche si ripetono. Ci sono anche lucernette e ampolle di stile liturgico, segno di riti religiosi celebrati in questo luogo. Ma non finisce qui: tra il materiale rinvenuto durante gli scavi ci sono alcuni ami di pescatori, di fattura arcaica. Questa raccolta di oggetti vari era sigillata sotto un mosaico con pavone, che copriva il centro dell'ottagono. Sopra un muro di questa casa, tra le tante invocazioni e preghiere brevi, c'è n'è una, graffita in greco, probabilmente da un pellegrino: "Signore Gesù Cristo, soccorrimi"[4]. E' l'ultima prova, quella che tutti cercavano. Questa costruzione ottagonale è stata edificata sopra quella che era la casa di Pietro, la casa di Gesù. E di conseguenza è divenuta una reliquia primaria del Cristianesimo primitivo, la Domus Ecclesia nella quale la comunità cristiana della circoncisione si è riunita, forse anche per un lungo periodo di tempo, nel nome di Gesù. 

   Gli scavi successivi, dal 1968 al 1992 , ad opera degli archeologi francescani padre Virgilio Corbo – che ho avuto il piacere di conoscere personalmente - e padre Stanislao Loffreda, hanno permesso di valorizzare l’intero patrimonio archeologico del sito, e di gettare le basi per le successive campagne di scavi. 

   Nel 1986, gli scavi vennero interrotti temporaneamente per non intralciare i lavori per l'erezione del Memoriale sulla Casa di San Pietro. Cosa che avvenne nel 1991. Tale costruzione aveva lo scopo di proteggere i preziosi resti archeologici della Casa di Pietro, che aveva ospitato Gesù, e di permettere la ripresa del culto cristiano dopo secoli di abbandono. 

   Dopo la scomparsa di padre Virgilio Corbo, stimolato dal Papa Giovanni Paolo II che gli aveva detto: “Continuate gli scavi!”, padre Loffreda ha ripreso a scavare nella zona archeologica di Cafarnao, coadiuvato nelle ricerche dal P. Stefano De Luca ofm, licenziato allo Studium Biblicum di Gerusalemme, come pure da Flavia Sepich. 

   Si è, ora, sulle tracce di una chiesa bizantina, utilizzata dalla comunità cristiana di Cafarnao. Infatti, secondo padre Loffreda, la chiesa ottagonale bizantina, costruita sulla Casa di San Pietro, era primariamente un Memoriale e la numerosa comunità cristiana di Cafarnao doveva pur avere un'altra chiesa, come del resto suggeriva già il P. Orfali. 

 [1] villaggio di Nahum. 

 [2] I sec.. 

 [3] II-III sec.. 

 [4] Cfr. Sui passi di Dio, Guida, Elle di ci Leumann, pag. 79.