Benevento città: la Storia, la Fede, l\'arte, la cultura, le tradizioni

BENEVENTO

cITTà DAI MILLE VOLTI

  La Cattedrale di Benevento Il duomo di Benevento fu il primo tempio cristiano eretto nella città, in forma umile e primitiva, quando la nuova religione arrivò per le vie consolari romane nell'antica capitale del Sannio. Sorse nel centro dell'antica città romana. La fondazione più antica è fatta risalire agli inizi del VII secolo, per opera del vescovo Davide. Rifatto a tre navate nel IX secolo dal principe Sicone, ricostruito ancora a 5 navate nella seconda metà del secolo XII, fu poi restaurato e arricchito nella prima metà del XVIII secolo.

   Distrutto dai bombardamenti aerei dell'estate del 1943, ad eccezione della facciata e del campanile, il Duomo è stato ricostruito su progetto dell'architetto Paolo Rossi De Paoli.

   Della costruzione originaria rimane la Facciata, di tipo pisano, risalente al XIII secolo, che consta di due ordini: l'ordine inferiore presenta sei arcate cieche di dimensioni varie e poco profonde, mentre una settima arcata è occupata dal campanile. Ha tre portali e decorazioni a losanghe e listelli orizzontali; l'ordine superiore, coronato da vigorose statue di animali, è costituito da una robusta loggia, anch'essa di sei arcate, retta da colonne poggianti su mensole scolpite e con fantasiosi capitelli. Vi si aprono tre oculi, dei quali è notevole il mediano, una bella rosa con 12 colonnine, in origine ornata da un mosaico raffigurante l'agnello mistico.

   La prima arcata a destra racchiude la statua del cavaliere,vigoroso ritratto del tempo di Manfredi (circa 1260), forse proveniente da un monumento onorario distrutto. 

   Dei tre portali è interessante il mediano per i bellissimi stipiti del XII secolo, l'altrettanto bello architrave, e l'arco, opera di un maestro Rogerio. Ma il portale, di per sé stupendo, custodiva la famosa Porta di Bronzo, che, una volta ricomposta in seguito a un prezioso e lungo lavoro di restauro, iniziato nel 1990 e terminato nel 1999, è stata precauzionalmente posizionata nell'atrio della cattedrale, in posizione più protetta, mentre al suo posto è stata messa una copia quasi perfetta della Janua Major.

   A sinistra della facciata sorge il grande campanile, fatto innalzare nel 1279 dall'arcivescovo Romano Capodiferro: reca incastrati marmi romani, tra cui nella faccia anteriore 17 mezze figure e nel fianco sinistro il rilievo di un cinghiale stolato e pronto per il sacrificio, del quale si fece lo stemma della città.

   La parte inferiore della cella campanaria, aperta da bifore ogivali, è divisa da un robusto cornicione su archetti.

   L'interno del Duomo, completamente rifatto, è a cinque navate divise da colonne: la navata centrale e le due che la fiancheggiano s'interrompono alla Il Crocifisso di Francesco Picanosettima campata per creare una vasta area dinanzi al presbiterio sopraelevato. L'arco trionfale è ornato da un mosaico raffigurante Storie della Vergine, la sua Assunzione e i papi Pio IX e Pio XII di Elena Schiavi.

   Al centro della prima navata a destra, c'è un bellissimo crocifisso ligneo del 1720, opera di Francesco Picano. E' chiamato il Cristo dei liberati, perché, fino a quando Benevento è stata isola Pontificia,  il venerdi santo di ogni anno, due carcerati vi venivano a deporre una corona di fiori, e poi venivano liberati. La tradizione è stata ripristinata da alcuni anni. Ma i due carcerati che offrono fiori, subito dopo tornano nuovamente al luogo di pena.

   Nella prima navata di sinistra, invece, c'è un sarcofago contenente le reliquie di molti santi venerati dai Beneventani. 

   In fondo alla navata, prima del presbiterio, si apre la Cappella del Sacramento, nella quale si levano lungo le pareti 18 colonne superstiti del Duomo distrutto dai bombardamenti, di marmo e scanalate, a sostenere la trabeazione, su cui si incurva la cupola. Sulla trabeazione, uno per ogni parete, sono 4 rilievi raffiguranti la pesca miracolosa, la moltiplicazione dei pani, l'ultima cena, il miracolo di Bolsena, di Valerio Corsent.

   Il paliotto marmoreo dell'altare è quello originario, scampato alla distruzione, con un'Adorazione dei pastori, di ignoto artista della prima metà del XVIII secolo. Alla parete della cappella, nel lato destro, c'è una statua di San Giuseppe Moscati, mentre a sinistra, un'opera del maestro Giuseppe Di Marzo che raffigura San Benedetto da Benevento, evangelizzatore della Polonia.

   Dello stesso artista, è il Cristo Risorto che troneggia sull'altare maggiore della cappella del Santissimo Sacramento. Anche i restauri delle due statue che sono all'ingresso della cappella, e che raffigurano san Gennaro e san Barbato vescovi di Benevento, sono opera dello stesso artista.

   Gli altari situati lungo le due navate laterali sono arricchiti da moderni mosaici di R. Gregorini.

   Nel sacello dei canonici, un rilievo, pure del maestro Giuseppe Di Marzo, raffigura Padre Pio da Pietrelcina, nel momenti in cui, proprio in questo luogo, venne ordinato sacerdote da mons. Schinosi, arcivescovo titolare di Marcianopoli. 

   Non possiamo chiudere la descrizione della cattedrale di Benevento, senza un accenno ai codici in scrittura beneventana dei secoli VII-XIII, elegantemente miniati.