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BENEVENTO

cITTà DAI MILLE VOLTI


Auguri, Padre Pio. Auguri, illustre Figlio della Terra del Sannio, che hai voluto darci, con la tua vita, l'insegnamento mirabile di un amore che si consuma per l'amato.  



23 SETTEMBRE: LA TUA FESTA  

                                                               

   L’innocenza, la semplicità, la purezza, l’umiltà, una straordinaria sensibilità e delicatezza d’animo, l’innocenza, e il candore: questi sono i caratteri nascosti ma intelligibili, della santità di Padre Pio.


Donato Calabrese


     Con l’avvicinarsi del 23 settembre, Dies Natalis di Padre Pio, cioè giorno della sua nascita a quel cielo di Dio che Lui ha sempre vagheggiato in tutta la sua vita, il pensiero del popolo cristiano, specie di tutti coloro che si considerano parte della famiglia spirituale del Frate di Pietrelcina, è orientato alla scoperta, o riscoperta, di quei valori inalienabili di umanità e di fede vissuta fino al martirio fisico, morale e spirituale, che il tempo non potrà mai cancellare. È per questo motivo, e per altri ancora, che il Santo Pontefice Giovanni Paolo II, uno dei più grandi di questi secoli e forse dell’intera cristianità, volle personalmente – grazie anche alla premura dei vescovi di Polonia – accelerare i tempi di beatificazione e canonizzazione, impantanati in una lunga causa nella quale più che la credibilità del Frate stigmatizzato, erano in gioco determinate situazioni, severe ed anche vessatorie, determinate da prelati “zelantissimi” del Santo Ufficio che per decenni avevano assunto un atteggiamento aprioristico e ostentatamente fiscale e severo nei suoi confronti. Ecco perché ci voleva proprio la figura di un grande Papa, santo e profetico, mistico ed attento al fuoco dello Spirito, perché la Chiesa di Cristo elevasse agli onori degli altari quell’uomo di Dio di Pietrelcina che la Chiesa dei Cieli già onorava ed amava come Santo.

   Dichiarando finalmente Beato e poi Santo, Padre Pio, rispettivamente il 2 maggio 1999 ed il 16 giugno 2002, il Papa Giovanni Paolo II non ha fatto altro che coniugare la Santità, già proclamata dal Cielo, con quella che tardava a venire sulla Terra. Lui, del resto, lo conosceva già Padre Pio. Lo aveva incontrato, per la prima volta, da giovane sacerdote, nel 1947, confessandosi con lui e riportando una profonda impressione di questo Frate tutto fatto di preghiera e sofferenza. Del resto, il giovane Polacco Karol Wojtyla, ordinato sacerdote l’anno prima a Cracovia, aveva qualcosa di molto profondo e spirituale in comune con il Frate di Pietrelcina: la predilezione per i due grande mistici Carmelitani della Spagna del Siglo de oro: Teresa d’Avila e Giovanni della Croce.
   Ma non si fermava, certamente, qui, l’affetto spirituale e la venerazione che il futuro Papa e Santo, nutrì per Padre Pio da Pietrelcina. Ci fu un evento straordinario che rinsaldò ed accentuò la sua intima consapevolezza di trovarsi di fronte ad un uomo profondamente toccato dallo Spirito di Cristo, e corredato da straordinari carismi, ma la cui totale umiltà lo rendeva particolarmente caro al cuore di quel Dio che si fece umile ed ultimo tra gli umili e gli ultimi.
   L’evento, nascosto ai più, avvenne nel mese di novembre del 1962, allorché Karol Wojtyla, vicario capitolare di Cracovia, mentre partecipava alla prima sessione del Concilio Vaticano II, venne a sapere che una delle sue collaboratrici, Wanda Poltawska, era gravemente ammalata di un cancro alla gola e doveva affrontare un intervento chirurgico pressoché inutile. Karol Wojtyla si rivolse, quindi, Padre Pio da Pietrelcina, scrivendogli una lettera in latino il 17 novembre 1962, nella quale gli chiedeva di pregare per Wanda Poltawska, descrivendola come “una donna di quarant'anni, madre di quattro figli che, durante la guerra, è stata per quattro anni in campo di concentramento in Germania” e “in pericolo a causa di un cancro”.

   “A quello non posso dire di no”, rispose padre Pio ad Angelo Battisti, amministratore della Casa Sollievo della Sofferenza e latore della missiva.

   Dieci giorni dopo, a San Giovanni Rotondo, giunse una secnda lettera di Karol Wojtyla: “Venerabile Padre, la donna abitante a Cracovia in Polonia, madre di quattro bambini, ha recuperato all'improvviso la salute il 21 novembre, prima dell'intervento chirurgico. Deo Gratias. E la ringrazio, Venerabile Padre, a nome della donna, del marito e di tutta la famiglia. In Cristo, Karol Wojtyla, vicario capitolare di Cracovia. Roma 28 novembre 1962”.
   Il giorno prima dell'operazione, Wanda Poltawska si era ritrovata istantaneamente guarita, tra la meraviglia dei medici che non avevano saputo dare una risposta razionale all’istantanea guarigione.

   Da questo grande, ed umanamente inspiegabile, Segno, Karol Wojtyla aveva dedotto che se le volontà degli uomini, e degli uomini che si riconoscono nei responsabili delle Cose che scaturiscono dai sacri Palazzi Romani, sembrano, a volte, dare un determinato corso al destino degli altri uomini provocando loro sofferenze inaudite, il “Dito” della Presenza di Dio, rende giustizia agli umili, ai semplici, “percossi”, da coloro che credono di agire per il bene ed invece percorrono vie diverse ed ispirate, senza saperlo, dal principe del male.
    La guarigione di Wanda Poltawska, con la testimonianza diretta di chi l’aveva chiesta, colui che sarebbe divenuto Papa Giovanni Paolo II, è uno di quei segni tangibili che provano, ancora una volta, che dietro ai ricami disordinati della Storia, ed anche di quelli, a volte incomprensibili, della Storia della Chiesa, si nascondono i disegni meravigliosi del Divin Tessitore.

   E allora, in occasione di questa Festa attesa ed amata da tutti noi che abbiamo conosciuto ed amato il Frate stigmatizzato di Pietrelcina, cosa possiamo dire che non sia già stato detto e ripetuto in tutti questi anni? Io direi che più che dire dobbiamo vedere, osservare, mirare, ciò che Dio fa, riconoscendo il suo stile divino, nascosto e discreto, perfettamente riflesso in quello di Padre Pio da Pietrelcina.
   È questa natura, con la quale Dio opera nella Storia umana, ad essere mirata nella personalità umana e religiosa del nostro Santo. È questo comportamento delicato e non visibile che ci permette di guardare a Padre Pio rimirando le grandi cose che Dio ha operato in Lui. A cominciare dalla sua vita semplice e umanissima, di pastorello, giovane, frate e sacerdote, svoltasi tra Pietrelcina e la contrada di campagna di Piana Romana, dove ha sempre gelosamente custodito nel suo cuore, confidando solo ai direttori spirituali le ricchezze riversate da Gesù nella sua anima mistica. E poi per proseguire con la sua missione sul Gargano, iniziata con la ripetizione dei doni mistici della trasverberazione e della stigmatizzazione, e poi vissuta semplicemente nella miscela, spiritualmente esplosiva, di una vita tutta plasmata dalla preghiera e condita da quella sofferenza che lo ha reso “uomo dei dolori” ed immagine palpabile del Figlio di Dio Crocifisso.

   Anche di fronte alle folle di fedeli e devoti che affluivano, ogni giorno, a San Giovanni Rotondo, Padre Pio era semplice e tranquillo, come se tutta quella gente non salisse per Lui sul Gargano. Infatti, in un giorno del mese di ottobre 1950, dopo l’Angelus, abbandonando il coro delle chiesetta conventuale ed affacciandosi dalla finestrina, più stupito che mai, Padre Pio disse ad un confratello: “Che fa tutta quella gente?”.

   “È qui per Lei!”, rispose.
   “Poveretti - soggiunse Padre Pio - sapessero quanto sono peccatore”.

   Si, è vero. Per tutta la sua vita Padre Pio si è sempre sentito indegno dei doni ricevuti da Dio. Perfino quando le sue guide spirituali lo rassicuravano già nella sua Pietrelcina, ma l’idea di questa sua indegnità era come un grande spina conficcata profondamente e dolorosamente nel suo cuore. Commentando questa grande pena, padre Agostino da san Marco in Lamis diceva che per il Signore lo manteneva in umiltà.     

   Ecco la santità più vera, più autentica, più genuina: quella di pensare a sé stessi come a creature continuamente bisognose di perdono e di amore da parte di Dio. 

   Per poter cogliere la santità di Padre Pio, non possiamo fermarci all’apparenza, ma dobbiamo mirare innanzitutto ad alcuni elementi peculiari del suo carattere, come la semplicità, l’autenticità, il candore, la purezza di cuore, una straordinaria sensibilità. A tal proposito devo citare quanto disse una volta padre Eusebio Notte, che ha avuto il privilegio di assistere per cinque anni il Frate di Pietrelcina. Racconta padre Eusebio: “Padre Pio volle confessarsi da me. Al mio tentativo di scapparmene (ero giovanissimo), lui cominciò: “Confiteor Dei onnipotenti...”. Fui costretto a fermarmi. Terminata l’accusa dei peccati, accadde qualcosa che mi sconcertò profondamente: Padre Pio scoppiò in un pianto dirotto. Per consolarlo, tentai di dirgli che non era proprio il caso, data l’esiguità delle sue colpe. Allora lui disse: “Figlio mio, tu pure pensi che il peccato sia la trasgressione di una legge. No! Il peccato è il tradimento dell’amore. Cosa ha fatto il Signore per me, e che faccio io per lui?...”.

   Padre Alberto D’Apolito offre una viva testimonianza dei sentimenti castissimi del Frate di Pietrelcina, allorché pone per iscritto questo pensiero: “La purezza di Padre Pio si rivelò in tutto il suo candore dai primi anni dell’adolescenza sino al beato transito: nel gesto, nella compostezza, nella modestia, nella delicatezza del tratto, nella bellezza del volto, nello splendore degli occhi” .

    Gli occhi e lo sguardo profondo di Padre Pio rivelano la purezza, la castità, la semplicità del suo cuore, come appare evidente nel seguente episodio: un giorno padre Eusebio Notte lo accompagna a bagno e, stando fuori dalla cabina, sente che Padre Pio continua a pregare, recitando il rosario perfino nel bagno. Meravigliato della cosa, padre Eusebio gli chiede: “Padre, ma sento che prega anche a bagno: non manca di rispetto alla Madonna?” E lui, prontamente: “Ma... a bagno si può peccare?”. “Certo che si può peccare!”, risponde padre Eusebio. “E allora si può anche pregare”, conclude tranquillamente Padre Pio.

   L’innocenza, la semplicità, la purezza, l’umiltà, una straordinaria sensibilità e delicatezza d’animo, l’innocenza, e il candore: questi sono i caratteri nascosti ma intelligibili, della santità di Padre Pio. 

   Auguri, Padre Pio. Auguri, illustre Figlio della Terra del Sannio, che hai voluto darci, con la tua vita, l'insegnamento mirabile di un amore che si consuma per l'amato. Auguri, Padre Pio. Noi, tuoi figli spirituali, vogliamo semplicemente amarti e dimostrarti il nostro amore e la nostra devozione vivendo serenamente, nella gioia e nel dolore, la nostra vita, e divulgando il grande Bene da te compiuto, facendoti divenire Meraviglia del ventesimo secolo.

PER AIUTARVI A COGLIERE LA STRAORDINARIA PERSONALITÀ UMANA, CRISTIANA, MISTICA, DI PADRE PIO DA PIETRELCINA, NOI DI TELEBENE, LA TELEVISIONE SPIRITUALE CRISTIANA, ABBIAMO REALIZZATO UN VIDEO DAL TITOLO "BRICIOLE DI CIELO: PADRE PIO, MERAVIGLIA DEL XX SECOLO.

QUESTO VIDEO SARÀ TRASMESSO MARTEDI 24 SETTEMBRE 2024, ALLE ORE 16,00, E RESTERÀ ON LINE. LO POTRETE VEDERE  QUI SOTTO:


TELEBENE, LA TELEVISIONE SPIRITUALE CRISTIANA