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Guida turistica di Benevento

Donato Calabrese


L'ITINERARIO DELLA BENEVENTO ROMANA


Da Maleventum a Beneventum

   Furono i romani a mutare il nome della città dopo la vittoria su Pirro, permettendo che    divenisse un importante nodo lungo la via Appia. Da Benevento Traiano fece partire quella che divenne una scorciatoia per le Puglie, la via Traiana, il cui ricordo è immortalato dallo stupendo arco trionfale innalzato proprio all'inizio della stessa, intorno al 114 d. C..


   Anche il viaggio nella Benevento romana parte dalla Rocca dei Rettori, e più precisamente dal Castello vero e proprio, in quanto è costruito sui resti di un antico fortilizio romano, oltre che sannitico, visto che nelle sue pareti si riconoscono diverse pietre provenienti da edifici di età romana. 

   I Romani costruirono in quest'area un edificio termale, detto Castellum aquae, portandovi un acquedotto proveniente dal territorio di Serino. 

  Nel giardino posteriore ci sono: un lapidario, dedicato ai miliari della via Traiana, e diversi frammenti architettonici romani. 

 Si passa, quindi, al Museo del Sannio, ricchissimo di reperti del periodo romano, a cominciare dalle sculture greco romane, di cui rilevante è l’origine nel periodo augusteo (I sec A.C.-I sec. D.C.), per accennare ai bassorilievi con gladiatori (I secolo d.C.), ai sarcofagi rinvenuti altrove e portati qui, e che mostrano decorazioni architettoniche estremamente importanti come il bassorilievo di Achille e Pentesilea (III d.C.), e statue di Traiano e Plotina, ed altre ancora provenienti dalla zona del Teatro romano, oltre a cippi, steli funerari ed altre statue. 

   Anche la sala di Iside (reperti egizi e neo egizi proveniente dal tempio di Iside costruito da Domiziano a Benevento) è importante e ricca di sculture. Ci sono statue di sacerdoti, di Domiziano, di divinità, falchi, leoni, l’obelisco mutilo (c’è anche l’altro al Corso) e lapidi funerarie. 

    Scendendo per il Corso Garibaldi, non si fa fatica a riconoscere, nella struttura del centro storico, la Benevento Romana. Il tratto più basso del Corso ricalca il decumano principale dell'assetto urbano ippodameo risalente all'età di Augusto. Un decumano parallelo si riconosce in via Annunziata, mentre l'altro non è identificabile. 

  A metà del Corso, appare, in tutta la sua solennità, l'Arco di Traiano, costruito nel 114 d.C., e terminato nel 117. E' uno dei migliori esemplari dell'arte Traianea ed il più insigne Arco onorario Romano. L’arco è costruito in blocchi di pietra calcarea, rivestiti da opera quadrata in blocchi di marmo pario. 

   Con Donato Calabrese potrete esplorare le ricche decorazioni scultoree sulle due facciate principali. 

  Dall'Arco di Traiano si ritorna al Corso, per ammirare, brevemente, l'obelisco egizio. Quindi, dopo uno sguardo alla facciata della cattedrale ed al campanile della cattedrale, dotati di materiale di spoglio antico, si giunge in via Carlo Torre, dove appare un'area archeologica che, in epoca romana, faceva parte del Foro e comprendeva un impianto termale, ed un arco onorario o trionfale di epoca romana, chiamato poi del Sacramento, probabilmente risalente all'epoca post-traianea. 

   Continuando il percorso, attraverso l'antico rione popolare del Triggio, si giunge al Teatro Romano. Costruito sotto l'imperatore Adriano, ed ingrandito da Caracalla, il Teatro Romano è uno dei fiori all'occhiello del patrimonio monumentale di Benevento. 

   Dal Teatro Romano a Port'Arsa, il passo è breve. Infatti, pur essendo inserita nella Cinta muraria longobarda, Port'Arsa è probabilmente sorta in epoca tardoromana. Era a questa porta che conduceva la via Appia Antica, passando per il ponte Leproso, la struttura con la quale chiudiamo il nostro tour. 

   Ma prima di raggiungere il ponte, ci fermiamo, per qualche secondo, all'incrocio tra via Torre della Catena ed il Viale San Lorenzo, dovè ubicato il maestoso santuario dedicato alla Madonna delle Grazie. Qui, a qualche centinaio di metri da Port'Arsa, c'è una statua raffigurante una specie di animale, che faceva sicuramente parte del Tempio di Iside, innalzato da Domiziano a Benevento. Soprannominata dai Beneventani "A ufara", cioè "la bufala", venne identificata dagli studiosi come la divinità egizia Api. Da qui il nome "Bue Apis". 

   Chiudiamo, finalmente, il lungo giro della Benevento Romana con il Ponte Leproso, costruito probabilmente dal censore Appio Claudio cieco nel III secolo a.C., in occasione dell'apertura della via Appia, forse riutilizzando un precedente ponte dei Sanniti. 

   Il nome Leproso è forse dovuto, alla presenza, nel medioevo, di un vicino lebbrosario di cui si sono perdute le tracce.