“Va dove ti porta il cuore”

Guida Turistica e spirituale
Pietrelcina e Padre Pio

Donato Calabrese

Chi è Padre Pio?

  • Chi è Padre Pio?
  • Perché lo spirito del male lo ha combattuto dall'infanzia alla morte?
  • Quale mistero ha attraversato la sua esistenza?
  • Perché Padre Pio è stato stigmatizzato da Cristo?
  • Perché è stato dotato di doni e carismi straordinari da Dio?
  • Perché Padre Pio è uno dei Santi più amati nel mondo?


A queste e tante altre domande risponde Donato Calabrese, storico e guida turistico-spirituale per Pietrelcina, San Giovanni Rotondo, monte Sant'Angelo e Benevento.


      Chi è Padre Pio?

 

   Padre Pio da Pietrelcina è un sacerdote cappuccino tutto immerso amorevolmente nel mistero della passione di Cristo, e all’abbondanza dei doni divini ricevuti, ha risposto sublimemente con il suo nudo patire il nudo amare.

  Adottando la metafora di chi sale sulle alte montagne “dello Spirito”, Padre Pio può essere considerato l’alpinista, o meglio ancora, il sestogradista delle grandi vette dell’ascesi e della mistica cristiana, il martire di Dio, l’Alter Christus trasverberato e stigmatizzato, e quindi l’anima riparatrice, l’uomo di Dio contrassegnato da una grande varietà di carismi che ha messo sempre disposizione delle anime, e appunto l’apostolo di quel confessionale che lui amava chiamare il tribunale della misericordia.

 

   Per poter dire chi è Padre Pio, non possiamo fermarci all’apparenza, ma dobbiamo mirare innanzitutto ad alcuni elementi peculiari del suo carattere, come la semplicità, l’autenticità, il candore, la purezza di cuore, una straordinaria sensibilità. A tal proposito devo citare quanto disse una volta padre Eusebio Notte, che ha avuto il privilegio di assistere per cinque anni il Frate di Pietrelcina.

   Racconta padre Eusebio: “Padre Pio volle confessarsi da me. Al mio tentativo di scapparmene (ero giovanissimo), lui cominciò: “Confiteor Dei onnipotenti...”. Fui costretto a fermarmi. Terminata l’accusa dei peccati, accadde qualcosa che mi sconcertò profondamente: Padre Pio scoppiò in un pianto dirotto. Per consolarlo, tentai di dirgli che non era proprio il caso, data l’esiguità delle sue colpe. Allora lui disse: “Figlio mio, tu pure pensi che il peccato sia la trasgressione di una legge. No! Il peccato è il tradimento dell’amore. Cosa ha fatto il Signore per me, e che faccio io per lui?...”[1]

  

   Padre Alberto D’Apolito offre una viva testimonianza dei sentimenti castissimi del Frate di Pietrelcina, allorché pone per iscritto questo pensiero: “La purezza di Padre Pio si rivelò in tutto il suo candore dai primi anni dell’adolescenza sino al beato transito: nel gesto, nella compostezza, nella modestia, nella delicatezza del tratto, nella bellezza del volto, nello splendore degli occhi”[2].

Gli occhi e lo sguardo profondo di Padre Pio rivelano la purezza, la castità, la semplicità del suo cuore, come appare evidente nel seguente episodio: un giorno padre Eusebio Notte lo accompagna a bagno e, stando fuori dalla cabina, sente che Padre Pio continua a pregare, recitando il rosario perfino nel bagno.

 Meravigliato della cosa, padre Eusebio gli chiede: “Padre, ma sento che prega anche a bagno: non manca di rispetto alla Madonna?” E lui, prontamente: “Ma... a bagno si può peccare?”. “Certo che si può peccare!”, risponde padre Eusebio. “E allora si può anche pregare”, conclude tranquillamente Padre Pio[3].

L’innocenza, la semplicità, la purezza, l’umiltà, una straordinaria sensibilità e delicatezza d’animo, l’innocenza, e il candore: questi sono i caratteri nascosti ma intelligibili, della santità di Padre Pio.

 

    Quale mistero ha attraversato la sua esistenza?

 

   Ci sono cose che sfuggono allo sguardo degli storici e di tutti coloro che cercano di leggere i segni dei tempi degli avvenimenti che scandiscono la storia umana, e che tuttavia sfuggono a chi riesce ad andare oltre l’apparenza per riuscire a leggere le cause degli eventi storici.

   Il ventesimo secolo è stato accompagnato dalle grandi conquiste della scienza e della tecnologia, ma è stato pure contrassegnato da eventi disastrosi e funesti dietro i quali non appare difficile riconoscere la sinistra regia dello spirito del male.

Da giovanissimo, il futuro Padre Pio si è trovato immerso in un mistero di dolore e di amore. Da una parte, la straordinaria sensibilità che lo faceva soffrire profondamente per ogni offesa, imprecazione, bestemmia. Dall’altra, l’anelito ardente di essere vittima di dolore e di amore, completamente offerta a Dio per mezzo di Cristo Crocifisso: in riparazione di tutti i peccati. Anche a Fatima, la Madonna chiederà ai veggenti di riparare i peccati del mondo.

 

   E allora, fin dai primi anni d’infanzia di Padre Pio, l’angelo decaduto ha intuito il bene immenso che lui avrebbe operato nel secolo Ventesimo, proprio quello nel quale l’opera del male si è manifestata nella maniera più evidente. Basti pensare agli opposti ateismi ed alle grandi deflagrazioni mondiali, oltre che ai vari genocidi dei popoli armeno ed ebreo succeduti in questa epoca.

   Si può ragionevolmente comprendere, quindi, l’eziologia di una guerra dichiarata e portata avanti dai due alfieri del bene e del male. L’uno contro l’altro. Ecco perché all’inizio della Missione sacerdotale Satana aveva proferito questa minaccia che la dice lunga sulle sofferenze, sui tormenti spirituali e le persecuzioni subite dal Frate di Pietrelcina: “Se non desisti farò succedere contro di te cose che mente umana non riesce ad immaginare”.

   Ma Padre Pio non ha mai rinunciato all’immane lotta contro il gigantesco regista di tutto il male presente in questo secolo di errori e di orrori. Malgrado le minacce ricevute dallo stesso angelo  perverso, ha tirato sempre avanti per la sua strada, senza mai cedere, anche perché già a Pietrelcina Gesù stesso gli aveva detto che non l’avrebbe mai abbandonato nella lotta contro il male, promettendogli la corona della vittoria.

 

   Una volta divenuto frate minore cappuccino e sacerdote, col prezioso bagaglio di espiazione legato alla sua offerta di vittima, Padre Pio ha sofferto tutto un corollario di tentazioni terribili, vessazioni diaboliche, malattie e infermità, oltre che calunnie, percosse morali, e umiliazioni da parte di prelati, religiosi, e finanche qualche vescovo. Si è visto quasi squalificato, mortificato, umiliato, segregato dal Santo Ufficio che Lui ha visto sempre come parte di quella Chiesa che tanto ama dicendo: “La Chiesa è Madre, anche quando percuote”.

   Scorrendo i nomi di coloro che gli hanno fatto del male, non si può non provare sorpresa, se non sconcerto, trattandosi di figure eminenti della Chiesa Cattolica del tempo in cui le vicende sono avvenute. È una storia che coinvolge in negativo vari sacerdoti, religiosi, e finanche vescovi.

   Padre Agostino Gemelli si può definire il motore primo da cui è partita la campagna persecutoria che ha attraversato quasi tutta l’esistenza di Padre Pio da Pietrelcina. Subito dopo, il vescovo di Manfredonia, Pasquale Gagliardi; alcuni canonici regolari di San Giovanni Rotondo, su cui preferisco stendere un velo pietoso. E, dopo qualche decennio, il vescovo di Padova Girolamo Bortignon, don Umberto Terenzi di Roma: colui che organizzò il servizio dei microfoni e dei registratori: degno di un perfetto 007. Eppoi, il Visitatore apostolico mons. Maccari, quello successivo padre Paul-Pierre Philippe e tanti altri.

   A questo punto, ecco la sorpresa che dimostra quanto tutte le pene sofferte fossero il corollario di una lotta a tutto campo tra il Bene e il male, alla quale Padre Pio è stato preparato dallo stesso Gesù, prima di entrare in convento.

   Tutte le persone che hanno parte del Calvario di Padre Pio, non sono i protagonisti assoluti degli attacchi che convergevano su di Lui. Senza esserne pienamente consapevoli e per vie diverse, sono state assoggettate al protagonista assoluto di tutta la storia  terribile che rientra nel mistero del Frate stigmatizzato di Pietrelcina.   

   Sembra anacronistico e fuori luogo ciò che sto per dire, ma in questi casi il protagonista e regista assoluto di tutto il male e di tutte quelle prove che vanno considerate come terribili sofferenze, solitudine, e persecuzioni è stato un altro: l’angelo delle tenebre, Satana.

   Occorre una fede semplice e robusta, corroborata da una visione teologica della Storia del secolo appena trascorso per comprendere che se da una parte le sofferenze inaudite di Padre Pio erano volute da Dio per renderlo in tutto simile al Cristo Crocifisso e quindi partecipe come protagonista di primo piano nel “supremo negozio” della redenzione umana, dall’altra parte Satana ha orchestrato un piano di estrema scaltrezza, ingegnosità, e intelligenza angelica, servendosi persino di chi opera nel bene ed a fin di bene per cercare di abbattere in ogni modo, questo sacerdote “Alter Christus”.

   A Pietrelcina e a San Giovanni Rotondo si è ripetuto per oltre cinquant’anni il terribile scontro tra il bene ed il male, avvenuto qualche secolo prima ad Ars, dove un umile e povero curato di campagna conduceva la sua efficacissima battaglia contro il male riconciliando con il Dio della misericordia frotte di peccatori che da tutta la Francia andavano da lui. Era San Giovanni Battista Maria Vianney, meglio conosciuto come il Santo Curato d'Ars: un nemico implacabile di Satana e del male, e per questo continuamente vessato da lui. Proprio come avverrà qualche secolo dopo  con il Santo cappuccino di Pietrelcina: Satana scatenerà tutta la sua diabolica intelligenza contro di Lui, perché colpevole solo di essere un’umile ed efficace strumento dell’amore e della misericordia di Dio, per il bene delle anime. 

   Ma tutto rientra nel mistero di Padre Pio. Lui fa esperienza nuda e cruda della terribile lotta tra bene e male, tra Dio e Satana, tra le attese nascenti di un popolo cristiano che, nel ventesimo secolo, riconosce in Lui una Traccia visibile del mistero d’amore del Creatore che vuole dare al mondo un Segno forte e tangibile della sua Presenza, e, d’altra parte, l’azione dello spirito del male favorita dall’orgoglio smisurato dell’uomo, accresciuto a dismisura nel ventesimo secolo: quello degli errori e degli orrori.

   Questa è la chiave per interpretare il mistero che ha avvolto Padre Pio per tutto il tempo della missione. Un mistero di dolore e di amore, nel quale si è trovato pienamente coinvolto perché come “un maccherone senza sale”, ha donato tutto sé stesso, offrendosi vittima d’amore e di dolore, a quel Gesù che gli aveva anticipato già a Pietrelcina la sua vocazione oblativa, dicendogli: “Figlio mio, l’amore si conosce nel dolore, lo sentirai acuto nello spirito, e più acuto ancora lo sentirai nel corpo”.

  

 

      Perché Padre Pio è stato stigmatizzato da Cristo?

 

   Come ho detto in precedenza, già nella sua infanzia il futuro Padre Pio provava un profondo dolore quando sentiva imprecazioni o bestemmie.

   Era in questi momenti, che Francesco Forgione cominciò a sentire profondamente, nel suo cuore, il desiderio di riparare i peccati del mondo. In tal modo si formò nel suo cuore il desiderio di essere vittima di dolore e d’amore con Gesù Crocifisso.

   Dopo la prima apparizione del Signore, avvenuta nella Chiesa di Sant’Anna, all’età di cinque o sei anni, Francesco sentiva che il suo cuore apparteneva ormai a Gesù. Eccolo, quindi, condurre una vita penitenziale che si ripercuoteva anche sulla sua salute. Spesso, invece di dormire nel letto, si sdraiava sulla nuda terra, oppure usava una pietra per guanciale al posto del cuscino. E più di una volta il sacerdote don Giuseppe Orlando lo rimproverava “perché disubbidiente alla madre, che alla sera gli preparava il lettuccio, lui preferiva dormire a terra, avendo per capezzale una pietra”[4]

   Incuriositi dal comportamento riservato e diverso dal loro, alcuni ragazzi del quartiere si avvicinano, una sera, alla cucina della famiglia Forgione e si mettono ad origliare vicino alla finestrella stretta che dà all'interno: “Zitti, zitti, - racconta Ubaldo Vecchiarino - ci avvicinavamo alla casa Forgione e dopo aver posto pietra su pietra sotto la bassa finestrella protetta da una grata di ferro, ci salivamo per spiare. La stanza era buia, ma si sentivano i colpi di uno che con una cordicella di canapa batteva il proprio corpo”[5]

   Più di una volta mamma Peppa scopre il figlio battersi. Altro che corda di canapa. A volte è qualcosa di più duro, come il ferro a flagellare quel corpo di bambino innocente.   Ed interviene con un fioco lamento, un dolce richiamo, un’esortazione a smetterla: “Ma perché, figlio mio, ti batti così? La catena di ferro fa male”[6].  E lui: “Mi debbo battere come i Giudei hanno battuto Gesù e gli hanno fatto uscire il sangue sulle spalle”[7].  Nel suo cuore sente di essere chiamato a riparare i peccati, le offese, le bestemmie rivolte verso Dio, verso Cristo, e verso la Madonna santissima. E allora, il futuro Padre Pio cresce progressivamente alimentato da quel profondo anelito di empatia, di partecipazione fisica, affettiva, e spirituale alle sofferenze di Cristo, e finanche alla sua crocifissione.  

   Ma il suggello alla sua scelta di vittima, avviene il 14 agosto 1910, quando celebra la sua prima messa nell’attuale Chiesa parrocchiale di Pietrelcina. Per questo giorno memorabile Padre  Pio scrive il suo pensiero ricordo. Una sintesi perfetta di ciò che sarà la sua missione sacerdotale nel mondo e per il mondo: “O Gesù, mio sospiro e mia vita, oggi che trepidante ti elevo, in un mistero di amore, con Te io sia pel mondo, Via, Verità e Vita. E per Te Sacerdote Santo, Vittima Perfetta. Padre  Pio Cappuccino”[8].

 

       Tutta la sua vita non sarà che un’unica offerta di sé che Padre Pio ha voluto fare a Gesù stesso all’età di 5 o sei anni. Scrivendo a padre Agostino, dirà: “La più certa prova dell’amore consiste nel patire per l’amato. E poiché il Figlio di Dio ha sofferto per puro amore la sua inaudita Passione, la croce abbracciata per lui diviene amabile quanto l’amore”. Siamo all’acme della mistica della croce, allorché il dolore è sublimato dall’amore.

 

La stigmatizzazione, quindi, non è che un effetto di questa meravigliosa e dolorosissima offerta da parte del cappuccino e del sacerdote che ha voluto fare della sua vita tutto un nudo patire ed un nudo amare. Ma va vista e interpretata come la risposta del Cielo a lui che fin dall’infanzia ha voluto essere un Altro Cristo.

   Per comprendere la portata di questa sua consacrazione come vittima riparatrice per i peccati del mondo, pienamente corrisposta dal Cielo con l’avvenuta stigmatizzazione e la successiva trasverberazione, bisogna pensare che mai, e poi mai, Padre Pio ha chiesto al Signore di alleggerire le sue sofferenze o di guarirlo: neanche di fronte alle pene più insopportabili e alle malattie che lo paralizzavano a letto, impedendogli di celebrare quelle Sante Messe che erano il centro della sua giornata sacerdotale, e gli permettevano di sentirsi “Cuore a Cuore” con Gesù Eucaristico.

   Qualcosa di questa sua offerta piena a Gesù crocifisso, traspare nel breve scambio di battute con il Superiore della fraternità cappuccina, durante uno dei momenti di particolare malattia e sofferenza. “Padre - gli dice padre Carmelo - io prego tanto per la sua guarigione!... ”. “Voi lo potete fare, io no! Perché ho degli impegni innanzi a Dio, perciò faccia come Gli piace!”[9], risponde Padre Pio.

   è l’antica promessa di fedeltà e di amore, pronunciata e serbata fin dagli anni della sua adolescenza a Pietrelcina e ora sempre vivamente presente nel suo cuore crocifisso.

      

 

 

    Perché Padre Pio è stato dotato di doni e carismi straordinari da Dio?

 

   Per due motivi essenziali: uno è riconoscibile nello stesso Padre Pio. Lui sa di aver dato a Dio tutto se stesso, come abbiamo visto nella domanda precedente, e sperimenta l’efficacia della sua offerta. In alcuni miracoli, Padre Pio non chiede al Signore di guarire Tizio o Caio, perché sa che tra Lui e Dio c’è un rapporto di intensissimo  e reciproco scambio d’amore, suggellato da Padre Pio con l’offerta totale di sé stesso.

   Padre Pio è cosciente del fatto che per lui Dio ha sempre la porta aperta, e gli concede le grazie, e le ottiene senza chiederle.

A Pasquale Di Chiara, di 36 anni, che si sostiene con due bastoni perché zoppo, Padre Pio gli dice un giorno: “Getta il bastone”. Lui, però, appare indeciso se obbedire o no. Padre Pio gli si avvicina e replica: “E deciditi. Getta via quei bastoni!!!”. Di Chiara ascolta finalmente, e, dopo aver lasciato i bastoni, avverte subito un forte calore che dalle gambe si propaga per tutta la persona. Cammina. I pianti di gioia contagiano tutti i fedeli accorsi attorno a lui.

    Un altro graziato è Pasquale Urbano di 62 anni, di Foggia. Dopo averlo confessato, Padre Pio gli ordina: “Alzati e vattene!... Questi bastoni li devi gettare”. L’uomo si ritrova improvvisamente guarito[10].

    Una delle guarigioni più straordinarie è sicuramente quella di Francesco Vicio di 75 anni. Piccolo e deforme, si muove carponi, con il mento quasi a terra. Un giorno Padre Pio gli dice: “Alzati e cammina!”. Si alza e da allora ha camminato normalmente, per tutta la sua vita.

 

        Il secondo motivo essenziale è opera di Dio che ha voluto offrire come Segno di Speranza Padre Pio da Pietrelcina.  Sappiamo, infatti, che il ventesimo secolo  è tra i più tenebrosi della storia umana. Due terribili guerre, i genocidi degli armeni e degli ebrei, le bombe atomiche di Hiroshima e Nagasaki, gli opposti ateismi nazisti e comunisti che hanno fatto soffrire e morire milioni di esseri umani. C’era il rischio di chiedersi: “Dov’era Dio”, come dicevano gli ebrei di fronte al loro sterminio: “Dov’era Dio quando bruciavano i forni crematori ? Perché Dio aveva abbandonato il suo popolo nelle mani dei suoi nemici?

   Ecco la risposta di Dio all’uomo di questo secolo di orrori, che pure era iniziato con i migliori auspici: Padre Pio da Pietrelcina, Faro di luce e Segno di Speranza per il ventesimo secolo, e oltre.

   Ma i miracoli e le grazie non sono che una parte dell’immensa varietà di carismi di cui Padre Pio è stato dotato da Dio. Ci sono le bilocazioni, il celebre profumo, le apparizioni di Gesù, Maria, dell’angelo custode…., la preveggenza: Padre Pio già sapeva, per esempio, come sarebbe terminata la seconda guerra mondiale. E poi tante, tante meraviglie operate da Dio per mezzo dell’umile frate di Pietrelcina.

 

 

 

    Perché Padre Pio è uno dei Santi più amati nel mondo?

 

   Padre Raniero Cantalamessa ha detto: “Se tutto il mondo corre dietro a Padre Pio - come un giorno “correva dietro” a Francesco d'Assisi - è perché intuisce vagamente che non sarà la tecnica con tutte le sue risorse, né la scienza con tutte le sue promesse, a salvarci, ma solo la santità. Che è poi, come dire: l'amore”[11].

   I giorni successivi all’esumazione del corpo di Padre Pio, mi recai a San Giovanni Rotondo per realizzare un reportage con TELEBENE, la nostra televisione Spirituale Cristiana. Ricordo che facemmo tante domande a varie persone. Ma mi colpì profondamente la risposta di un uomo umile e semplice di Acerenza, in Basilicata. Quando gli domandammo: “Perché Padre Pio è così amato in tutto il mondo?”. Lui rispose: “Perché è il santo di tutti noi…. È il santo della povera gente”.         

   Quella risposta mi commosse. È vero: Padre Pio è, forse, il santo più amato nel mondo proprio per la sua semplicità, la sua umiltà, il suo candore, il suo essere quasi “come un bambino”.

   Non è la scienza, né l’astuzia, né la potenza, né il saper parlare, né la bella presenza, a toccare profondamente il cuore di Dio e degli uomini. È l’essenziale capacità di essere innocenti, candidi, come bambini, autenticamente sé stessi, per il Regno di Dio.

 

  Chiudo con una frase che esprime la grandissima umiltà di Padre Pio. In fondo, è proprio questa virtù, unita alla castità, alla semplicità, all’autenticità, ad aprire le porte del cuore di Dio, a colui che si era definito come un maccherone senza sale: Padre Pio da Pietrelcina.

È una confidenza che fa, in prossimità della sua morte, al confratello padre Alberto D’Apolito: “Pregate per me: ho paura di incontrarmi con Cristo... non ho corrisposto al suo amore e alle sue infinite grazie”[12].

 

Padre Pio, come puoi dire questo? Tu che sei stato la meraviglia del Ventesimo secolo e la Luce della tua Santità si proietta già da ora in tutto il terzo millennio?

 

   Termino con una delle più belle espressioni rivolte a Gesù, da Padre Pio. Appartiene sempre al periodo trascorso a Pietrelcina nei primi anni del suo sacerdozio: “Gesù, amore nel cuore non ce ne ho più, tu sai che l’ho donato tutto a te; se vuoi più amore, prendi questo mio cuore e riempilo del tuo amore e poi comandami pure di amarti, che non mi rifiuterò; anzi te ne prego di farlo, io lo desidero”[13].

 

Consumato d’amore: questo è stato Padre Pio da Pietrelcina.

 

 

 



[1] Padre Eusebio Notte, in Jesus, mensile di cultura ed attualità religiosa, aprile 1999, p. 65

[2] Padre Alberto D’Apolito, Padre Pio da Pietrelcina, Ricordi - Esperienze - Testimonianze, Edizioni Padre Pio da Pietrelcina, Convento Santa Maria delle Grazie, San Giovanni Rotondo, 2005, 277.

[3] Per questo episodio cfr. padre Eusebio Notte, Padre Pio e Padre Eusebio, Briciole di storia, Grafiche Grilli Foggia, 2007, 165-166.

[4] Alessandro di RIPABOTTONI, Padre Pio da Pietrelcina, "Il Cireneo di tutti", Edizioni Padre Pio da Pietrelcina,

    Giovanni Rotondo, p. 14.

[5] Alessandro di RIPABOTTONI, Padre Pio da Pietrelcina, "Il Cireneo di tutti", Edizioni Padre Pio da Pietrelcina,

    Giovanni Rotondo, . 15.

[6]Ibid, p. 15.

[7] Ibid, p. 15.

[8] Padre Pio da Pietrelcina, Epistolario, I, Edizioni Padre Pio da Pietrelcina,

San Giovanni Rotondo, 1992, 196, note n. 1.

[9] Padre Carmelo da Sessano, Testimonianze.

[10] Cfr. Fernando Da Riese Pio X, Padre Pio da Pietrelcina, Edizioni Padre Pio da Pietrelcina, San Giovanni Rotondo, 1996, 331s.

[11] Padre Raniero Cantalamessa, riportato in Padre Pio, un santo in mezzo a noi, supplemento di Famiglia Cristiana, n. 37 del 19/9/99, p. 119.   

 

[12] Padre Alberto D’Apolito, Padre Pio da Pietrelcina, Ricordi, Esperienze, Testimonianze, Edizioni Padre Pio da Pietrelcina, San Giovanni Rotondo, 2005, 371.

[13] Padre Pio da Pietrelcina, Epistolario, I, Edizioni Padre Pio da Pietrelcina,

San Giovanni Rotondo, 1992, 265s..




 PADRE PIO "Sono un mistero a me stesso" di Donato Calabrese

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                                27/03/2022